22 gennaio 2022

L’incertezza del diritto

Autore: Paolo Iaccarino
A questo punto non c’è da stupirsi se i ritardi si accumulano, progressivamente, offuscando qualsiasi previsione. La paura, l’incertezza, i tentennamenti che hanno caratterizzato i primi diciotto mesi di Superbonus e cessione del credito d’imposta hanno una matrice comune. Una normativa, all’origine inadeguata, continuamente modificata per correggere gli errori iniziali.

Come programmare, infatti, la propria attività economica se le misure che la regolano cambiano continuamente, su una scia obiettivamente imprevedibile? Dalla sua introduzione ad oggi l’articolo 119 del DL Rilancio ha subito undici modifiche, l’articolo 121 dodici, considerando l’ultimo intervento che il Governo ha in riserbo per i contribuenti. Nell’ambito delle misure urgenti di sostegno alle imprese e agli operatori economici approvate ieri dall’esecutivo sono previste nuove disposizioni di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche.

In attesa di conoscere la loro versione definitiva, la bozza del Decreto Legge sottoposto all’approvazione del Consiglio dei Ministri prevede una decisa limitazione al principio della libera cedibilità dei crediti d’imposta ricevuti a seguito dell’esercizio dell’opzione per la cessione del credito o lo sconto in luogo delle detrazioni fiscali. In entrambi i casi la facoltà di cessione successiva, prima libera, è stata limitata ad un’unica operazione. Inoltre, i crediti che alla data del 7 febbraio 2022 siano stati precedentemente oggetto di una cessione, quando quota era libera, potranno costituire oggetto esclusivamente di una ulteriore cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari. In caso di violazione, i contratti di cessione conclusi in deroga alle predette disposizioni saranno da considerarsi nulli. Senza appello.

Le nuove misure di contrasto alle frodi, se confermate nel testo circolato nella giornata di ieri, avranno un effetto terribile sull’economia delle imprese. Porre dei limiti alla libera circolazione dei crediti d’imposta, dopo che l’intera operazione Superbonus è stata costruita su questa particolarità, significa sottrarre alle imprese cessionarie le opportunità di successive monetizzazioni, con inevitabili conseguenze per il loro equilibrio finanziario.

Per questo motivo l’ultima misura di contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche ha il sapore della beffa. Se i conti non tornano (“I conti non tornano. Chiesti chiarimenti sull’operato di Poste Italiane”), probabilmente la colpa non è solo degli operatori del settore. Le responsabilità sono della politica che, nel confondere la propaganda con l’azione di governo, ha venduto dei sogni difficilmente realizzabili. Dopo l’entusiasmo iniziale, e le prevedibili frodi che ne sarebbero scaturite, oggi il Legislatore è in preda al panico ed agisce, alternativamente, ostacolando o limitando operazioni progettate quando tali ostacoli e tali limiti non erano ancora esistenti.
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