Domanda –Sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stato pubblicato il decreto Mase del 21 dicembre 2023 che incentiva la realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi. Si chiede di sapere se con l’installazione dei sistemi agrivoltaici possano coesistere la produzione di energia elettrica e l’attività agricola.
Risposta -La risposta è affermativa. Il provvedimento Mase del 21 dicembre 2023 ha come obiettivo la realizzazione di almeno 1,04 gigawatt di nuovi impianti fotovoltaici su terreni agricoli, nei quali possano coesistere la produzione di energia elettrica e l’attività agricola.
È identificato come “impianto agrivoltaico di natura sperimentale” l’impianto agrivoltaico che adotta congiuntamente:
- soluzioni integrate innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche eventualmente consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione;
- sistemi di monitoraggio dell’attività agricola (al di sotto dei moduli) che consentano di verificare l’impatto dell’installazione fotovoltaica sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, la continuità delle attività delle aziende agricole interessate, come pure il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici.
L’impianto agrivoltaico innovativo di natura sperimentale, inoltre, deve possedere i seguenti requisiti:
- almeno il 70% della superficie totale del sistema agrivoltaico è destinato all’attività agricola;
- i moduli hanno un’altezza minima da terra pari a 1,3 m in caso di attività zootecnica e pari a 2,1 m in caso di coltivazioni (valori ripresi dalle Linee guida per gli impianti agrivoltaici del Mite del giugno 2022).
Per promuovere la realizzazione di questi sistemi ibridi agricoltura-energia, la misura prevede l’erogazione di un contributo a fondo perduto, finanziato dal Pnrr, nella misura massima del 40% dei costi ammissibili relativi a spese che vanno dalla realizzazione dell’impianto agrivoltaico (moduli, inverter, strutture montaggio moduli, ecc.), ai sistemi di accumulo, alle attrezzature per il sistema di monitoraggio. L’incentivo in conto investimento è abbinato ad una tariffa incentivante applicata sulla quota di energia elettrica netta immessa in rete, riconosciuta per un periodo di 20 anni. Di seguito riportiamo l’allegato 1 al decreto in commento.