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In tema di determinazione del reddito d’impresa, quando non è redatta in conformità ai requisiti di forma e contenuto prescritti dall’art. 21 del D.P.R. n. 633 del 1972, la fattura non è utile a dimostrare il diritto alla deduzione del costo in essa indicato.
È quanto ha chiarito la Sezione Tributaria della Corte di Cassazione con la sentenza 13 maggio 2016, n. 9846, che tratta il caso di una società destinataria di due avvisi di accertamento per la ripresa a tassazione di costi sostenuti per provvigioni, in ragione di una generica formulazione sia delle relative fatture sia del sottostante contratto di agenzia.
(prezzi IVA esclusa)