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Premessa – A meno di un anno dal crollo della Palazzina di Bari (Barletta) che provocò la morte di quattro operaie, la Regione Puglia ha promosso un bando per contrastare la parcellizzazione di microimprese e laboratori che lavorano in città spesso in condizioni di estremo pericolo. In particolare, l’incentivo consiste nell’erogazione di fondi per consorziarsi in rete e traslocare nelle aree industriali più sicure. A confermare l’impegno intrapreso dalla Regione è lo stesso assessore al Welfare, Elena Gentile: “E' l'atto propedeutico per la pubblicazione del bando, ormai imminente. Si tratta di una questione di giorni". A darne notizia è l’INAIL con un comunicato stampa diffuso sul proprio sito il 23 luglio scorso.
La finalità – L’obiettivo del bando è quello di incentivare quelle aziende attualmente localizzate nei sottoscala o, in generale, in ambienti insicuri e insalubri, a “traslocare” nei capannoni delle zone industriali (sono tanti quelli dismessi a causa della crisi). A tal fine, vengono concessi 150.000 euro per tutte le imprese (almeno dieci) che si consorziano o si mettono in rete presentando progetti per il trasferimento dai centri urbani dei comuni verso agglomerati industriali o aree di insediamento produttivo (per esempio zone Pip, zone industriali ecc.), dove spesso ci sono strutture vuote o non sfruttate. Inoltre, possono farne richiesta anche le imprese che presentano delle irregolarità, a patto di sanare la propria posizione entro la chiusura dell'istruttoria.
I consorzi – Ma non è finita qui. Infatti, oltre ai 150.000 euro previsti per singola impresa, ciascun consorzio potrà usufruire di altri 200.000 euro. Tuttavia, bisogna tener presente che i progetti integrati tra di loro, con diversi piani di investimento, non potranno ottenere più di 4 milioni di euro.
Le risorse disponibili – Per rendere operativo tale bando sono stati messi a disposizione ben 10 milioni di euro in totale, ma la somma potrebbe essere incrementata monitorando le domande. A trarne maggiore beneficio sono: le imprese che decidono di sistemarsi in immobili già esistenti da almeno due anni; quelle che acquisiscono servizi per l'ottenimento delle certificazioni ambientali e le imprese partecipate da donne e quelle in cooperativa.
Il problema dei piccoli laboratori – Altro problema molto diffuso nelle città pugliesi è quello riguardante il fenomeno dei piccoli laboratori, del tessile-abbigliamento-calzature (ma non solo), spesso contoterzisti per le grandi griffe. "L'illegalità molto spesso non è frutto di una scelta ma di situazioni di contesto economico e ambientale difficili – afferma Elena Gentile - Questo bando coniuga l'esigenza di promuovere la rete tra imprese proprio per stare di più e meglio sui mercati per abbattere i costi, per costruire un brand e un marchio, anche alla luce del successo che un pezzo di quel sistema di impresa ha ottenuto ripensando per esempio un segmento dell'abbigliamento per la sicurezza, quello della scarpa”.
Ritorno al passato – In altri termini, la finalità dell’intervento può tradursi in un ritorno al primario ruolo di filiera svolto nel passato. A confermarlo è ancora l’assessore regionale: "Questo bando ha una caratteristica particolare che abbiamo fortemente voluto e, cioè, che riporta in condizioni di legalità e di sicurezza i luoghi di lavoro, attraverso anche la promozione di nuovi consorzi tra piccoli e piccolissimi imprenditori. Questo passaggio è importante e utile per la conclamata situazione di crisi di quel sistema di impresa la cui parcellizzazione di fatto è un impedimento alla permanenza sui mercati di una filiera che negli anni passati ha dato reddito e benessere al territorio".