16 aprile 2012

Cgil-M.L.P.S. È guerra sui dati degli esodati

Cgil: “Il Governo scherza con il fuoco”. M.L.P.S.: “Non ricorreremo a risorse aggiuntive”
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – Non c’è pace per gli esodati. Ad alimentare la rabbia della Cgil e soprattutto di tutti coloro che attualmente sono senza lavoro e senza pensione, ci pensa l’ultima nota pubblicata dal Ministero del Lavoro, datata 12 aprile 2012. Ebbene sì, quest’ultima ha letteralmente smentito quanto affermato la settimana scorsa dal Direttore Generale dell’INPS, Mauro Nori, il quale aveva stimato in 130 mila le persone in uscita nei prossimi quattro anni. Dato assolutamente non in linea con quello del M.L.P.S. Infatti, giovedì scorso il Ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha ricevuto l’analisi compiuta dal tavolo tecnico, il quale ha accertato che il numero di persone complessivamente interessate è di circa 65 mila unità, non di più, pertanto le risorse finanziarie individuate dalla riforma delle pensioni, attuata con la manovra “Salva Italia”, sono adeguate a corrispondere a tutte le esigenze senza dover ricorrere a unità aggiuntive. Forse non si vuole risolvere il problema perché si dovrebbe ammettere di aver fatto una riforma delle pensioni sbagliata e superficiale? La risposta è sì, secondo la dirigente della Cgil, Vera Lamonica, la quale ritiene che i dati forniti dal Ministero del Lavoro sono “sballati”, in quanto essi si riferiscono “a una sola delle tipologie di lavoratori senza stipendio e senza pensione”.

Gli esodati – La questione riguarda quei lavoratori che hanno accettato la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, optando quindi per esodi incentivanti pensando di poter andare in pochi mesi in pensione. Al riguardo, si precisa che non vi è nessuna salvaguardia per quelle persone che sono state licenziate per giustificato motivo oggettivo, individuale o plurimo, in aziende sotto i 15 dipendenti.

“Il Milleproroghe 2012”
- Con la recente conversione in Legge del “Milleproroghe 2012”, il Governo tenta ora di salvare tali soggetti, rinviando alle prossime settimane il termine per l’emanazione del decreto con cui andranno definite le modalità di richiesta per l’esenzione. Tuttavia, ci sono alcuni requisiti che i lavoratori devono rispettare incondizionatamente affinché possano accedere alle regole pre-riforma, vale a dire che la data della cessazione del rapporto deve risultare da elementi certi e oggettivi che saranno specificati dall’imminente pubblicazione del D.M.; e che il lavoratore risulti in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi che, in base alla vecchia disciplina, avrebbero fatto scattare la pensione entro il 2013. Ciò significa che il diritto dovrà essere maturato entro il 2012, in quanto poi scatta la finestra mobile che allunga di ulteriori 12 mesi il diritto al trattamento pensionistico, così come previsto dalla vecchia norma.

Le risorse finanziarie
– Come affermato dalla nota ministeriale, il Governo non verserà un euro in più di quanto programmato, poiché le stime sono state oggetto di un controllo scrupoloso e preciso. Pertanto, la copertura già a suo tempo prevista dalla L. 214/2011 è corretta secondo i tecnici, vale a dire 240 milioni per il 2012; 630 milioni per il 2014; 1 miliardo e 40 milioni per il 2015, 1,2 miliardi per il 2016, un miliardo per il 2017, 610 milioni per il 2018 e 300 milioni per il 2019.

L’ipotesi – In ogni caso, come precisa la nota ministeriale, il Governo sta valutando l'ipotesi di un intervento normativo per trovare soluzioni che consentano a lavoratori interessati da accordi collettivi stipulati in sede governativa entro il 2011, comunque beneficiari di ammortizzatori sociali finalizzati all'accompagnamento verso la pensione, di accedervi secondo le previgenti regole.

La Cgil – Intanto sul sito della Cgil esplode la rabbia di Vera Lamonica, dirigente della Cgil: “Il Governo scherza con il fuoco”. E ironicamente afferma “ma se fossero vere queste cifre, dovremmo anche dire che le migliaia di lavoratori e lavoratrici che si sono rivolti al sindacato non sono reali. Sono solo dei fantasmi”. Analisi, secondo quest’ultima, che non ha nessun senso se il Governo era già a conoscenza dei propri dati, lasciando l’intero Paese in ansia. Concludendo afferma: “il dubbio è che con queste cifre si voglia nascondere la vera entità del fenomeno e in sostanza non si voglia risolvere il problema”.

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