19 ottobre 2011

Enpacl. verso una nuova previdenza

Riforma in vista per i consulenti del lavoro
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – I consulenti del lavoro adeguano le proprie pensioni in funzione dei reali contributi versati, come del resto previsto dalla maggior parte dei lavoratori dipendenti. Ciò significa che chi intende usufruire di una pensione più adeguata alle proprie esigenze dovrà ovviamente versare più contributi e di conseguenza pagare di più. Questo è quanto emerge dalla riunione del 12 e del 13 ottobre 2011, che vede la partecipazione dei delegati espressione di tutte le regioni, del sindacato di categoria e del consiglio nazionale. Intanto, il presidente dell’ENPACL, Alessandro Visparelli, precisa che la riforma prevista potrà essere approvata non prima del prossimo giugno 2012.

Verso il sistema contributivo – La riforma in commento prevede, dunque, il passaggio del meccanismo della prestazione fissa a fine carriera in cambio di un contributo fisso per tutta la carriera. Tale sistema tiene naturalmente conto della contribuzione accreditata a favore del lavoratore nell'arco dell'intera sua vita lavorativa, il quale viene calcolato moltiplicando il montante contributivo individuale per il coefficiente di trasformazione relativo all'età del lavoratore alla data di decorrenza della pensione. In sostanza, per i consulenti del lavoro tutto ciò significa pensioni di importo sensibilmente inferiori all'ultima retribuzione e più basse rispetto alle pensioni attuali

Alessandro Visparelli – Sul punto il presidente dell’ENPACL, Alessandro Vispareli, precisa che al momento il passaggio al sistema contributivo è solo una delle ipotesi in considerazioni, ma “non vi è dubbio che è il metodo che meglio riesce a garantire la sostenibilità di lungo periodo all’Istituto e a collegare la pensione al reale risparmio previdenziale del professionista”. Inoltre, egli precisa che il restyling dovrebbe approdare all’assemblea dei delegati entro giugno 2012.

I risultati dell’attuario – Nella “commissione riforma” del 12-13 ottobre ha partecipato anche un attuario che ha illustrato i risultati tecnici derivanti da alcune delle ipotesi emerse dall’ultimo incontro del 14 e 15 settembre 2011. A tal proposito, il numero uno della Cassa commenta che sulla base di tale studio “si sta cercando di individuare il modo migliore per agevolare il passaggio dal contributo fisso a quello percentuale sul reddito. Mentre, sicuramente, entrerà nella proposta di riforma l’aumento dal 2 al 4% del contributo integrativo da destinare a fini solidaristici. Ogni provvedimento di modifica allo statuto e al regolamento dell’ente”, conclude Visparelli, “sarà comunque assunto solo dopo aver ottenuto la massima condivisione possibile da parte della categoria e nel rispetto da parte della categoria e nel rispetto del principio di equità, gradualità e pro rata temporis”.

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