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Premessa – Martedì scorso il ministro del welfare, Elsa Fornero, ha comunicato di aver firmato il decreto che tutela il reddito dei lavoratori interessati dalla c.d. “finestra mobile”. In particolare stiamo parlando di coloro che due anni fa al momento del varo della “finestra mobile” si ritrovarono scoperti perché la scadenza del loro ammortizzatore era disallineata al nuovo requisito di pensionamento. Pertanto, i lavoratori collocati in mobilità entro il 30 aprile 2010 o titolari di prestazioni straordinarie a carico dei Fondi di solidarietà di settore alla data del 31 maggio 2010, che non rientrano nella tutela già prevista dalla legge per 10.000 unità, riceveranno dall'INPS prestazioni a sostegno del reddito fino alla data del raggiungimento delle decorrenze previste dalla normativa del 2010 in materia di trattamenti pensionistici. “In questo modo – commenta la Fornero - è stato evitato il rischio che tali lavoratori si trovino privi di garanzia reddituale".
La finestra mobile – Ricordiamo che il meccanismo della c.d. “finestra mobile” è stato introdotto dal Governo Berlusconi, messo a punto dai ministri Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti. In poche parole, si tratta di un meccanismo che fa scattare un posticipo di 12 mesi del pensionamento dal momento della maturazione dei requisiti, e che di fatto allungava la vita lavorativa dagli 8 ai 10 mesi circa.
I salvaguardati – Come è noto, la norma Sacconi-Tremonti aveva l’obiettivo di salvaguardare circa 10.000 lavoratori a causa del posticipo di 12 mesi del pensionamento. In particolare, il provvedimento era rivolto a favore: dei cassaintegrati, dei lavoratori in mobilità o in mobilità lunga e, ancora, dei lavoratori con sussidio garantito dai fondi di solidarietà. Inoltre, è stata prevista la possibilità per il ministro del Lavoro, qualora i lavoratori fossero più di 10.000, di poter concedere un sussidio fino al raggiungimento della pensione. Situazione che si è concretizzata martedì scorso attraverso la firma posta sul decreto che garantisce dunque a questi “esodati” di non ritrovarsi senza tutele fino al raggiungimento del pensionamento.