17 aprile 2013

Fondi di solidarietà bilaterali al palo

Entro il 18 luglio bisogna creare o adeguare i fondi di solidarietà bilaterali
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – La scadenza per la creazione o l'adeguamento dei fondi di solidarietà bilaterali è alle porte. Infatti, entro il 18 luglio p.v. le organizzazioni sindacali e imprenditoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale di accordi collettivi e contratti collettivi, dovranno stipulare intese, anche intersettoriali, per la costituzione di fondi di solidarietà bilaterali, per i settori non coperti dalla normativa in materia di integrazione salariale. L’obiettivo della creazione di tali fondi, approvata dalla Legge Fornero (L. n. 92/2012), servono per allargare la copertura della cassa integrazione guadagni a tutti quei settori dove oggi manca. Tuttavia, ad oggi solo l'artigianato e i professionisti hanno intrapreso con decisione il percorso per attuare la legge. La copertura, inoltre, non dovrebbe arrivare da risorse pubbliche, ma da quelle versate da imprese (con più di 15 dipendenti) e lavoratori (seppure in misura più contenuta).

La questione
– La Riforma Fornero (L. n. 92/2012) ha stabilito la creazione di fondi bilaterali di solidarietà per rendere universale la copertura contro le sospensioni dal lavoro derivanti da crisi transitorie dell'impresa. Tali fondi avrebbero dovuto vedere la luce entro il 17 gennaio 2013, tuttavia la “Legge di Stabilità 2013” (L. n. 228/2012) ha prorogato la scadenza al 18 luglio 2013. Oltre all’urgenza legata alle tempistiche, spunta il nodo delle risorse finanziarie per la CIGD che stanno per terminare. In caso di inoperosità, alla scadenza di luglio, il Ministero – con un intervento di carattere sostitutivo – potrà costituire un fondo residuale, nel quale confluiranno tutti i settori per i quali non sono stati costituiti i fondi, il quale garantirà le medesime prestazioni dei fondi di solidarietà bilaterali. Una volta costituiti i fondi bilaterali, questi ultimi avranno il compito di erogare nel settore di riferimento un trattamento di sostegno al reddito, in presenza di riduzioni o sospensioni dell'attività lavorativa analoghe a quelle che, nei settori in cui spetta, consentono di accedere alla cassa integrazione salariale ordinaria o straordinaria.

Fondi bilaterali esistenti
– Nei settori dove già operano dei sistemi di bilateralità, gli stessi possano essere adeguati al fine di perseguire gli stessi fini dei fondi di solidarietà. Il 30 novembre scorso il comparto dell'artigianato ha sottoscritto un accordo contenente l'impegno a percorrere l'opzione dell'adeguamento. Da allora, però, i soggetti coinvolti non si sono più seduti a un tavolo per sottoscrivere l'accordo vero e proprio. A tal proposito si rammenta che se si adegua il sistema bilaterale già esistente, saranno gli accordi e i contratti collettivi a stabilire: l’aliquota di finanziamento (non inferiore allo 0,20%); i tipi di prestazione erogabili; un sistema di adeguamento della contribuzione e delle prestazioni anche in funzione dell’andamento della gestione avendo come obiettivo primario quello dell’equilibrio finanziario del fondo; l’utilizzo di una parte dei contributi versati per alimentare l’eventuale fondo interprofessionale; i criteri e i requisiti per la gestione dei fondi.

L’aspetto economico –
Uno dei problemi maggiori legati alla mancata costituzione dei fondi di solidarietà bilaterali è l’aspetto economico dell’operazione. Secondo Confesercenti, un fondo ad hoc comporterebbe un aumento del 3% dei contributi. Un aggravio non sopportabile in questa fase di difficoltà. Per questo Confesercenti propende per un fondo intersettoriale presso l'INPS, ma la posizione per il momento è stata condivisa solo con i sindacati di settore.

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