Come annunciato nei giorni scorsi dal Governo, nella giornata di ieri è giunto finalmente l’ok definitivo dell’Aula del Senato sul Decreto Legge Pensioni (D.L. n. 65/2015), che è stato convertito in Legge senza modifiche rispetto al testo già approvato dalla Camera lo scorso 30 giugno. Il Decreto, in scadenza il 20 luglio 2015, è di rilevanza fondamentale in quanto recepisce la famosa sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015, che giudica in maniera illegittima il blocco dell’indicizzazione delle pensioni superiori a 3 volte il trattamento minimo INPS (1.443 euro) per il biennio “2012-2013”.
Il rimborso degli arretrati agli aventi diritto, come recentemente confermato dall’INPS (circolare n. 125/2015), è posto al 1° agosto e sarà una tantum.
Tra le altre misure del Decreto Legge, vi è da segnalare l'incremento di risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga.
Bonus Poletti – Il mese prossimo un pensionato su tre, all'incirca 4,4 milioni di persone, riceverà dall'INPS l’ormai famoso “Bonus Poletti”. Tuttavia, la restituzione sarà piuttosto parziale poiché il provvedimento stanzia 2,18 miliardi per quest'anno e prevede oneri per circa 500 milioni dal 2016. Infatti, l'Ufficio parlamentare di Bilancio (UpB) ha dichiarato che verrà rimborsato solo il 12% di quanto dovuto.
Il meccanismo di rimborso, che sarà progressivo, si sostanzia in due tempi: “2012-2013” e “2014-2015".
Nel biennio “2012-2013”, ossia quando le pensioni superiori a 1.443 euro (3 volte il trattamenti minimo INPS) non sono state rivalutate per effetto della manovra Salva-Italia (art. 24, co. 25 della L. n. 214/2011), il Decreto Legge segue lo stesso meccanismo adottato dal Governo Letta con la Legge di Stabilità 2014 (art. 1, co. 483 della L. n. 147/2013) sulla base del quale è prevista una rivalutazione decrescente al crescere del trattamento pensionistico.
Nel dettaglio, sono stati previsti quattro scaglioni di importi cui applicare all’intero trattamento (e non alle fasce di importo) la relativa percentuale di adeguamento all’indice FOI, come di seguito indicato:
• da 1.443 euro a 1.873 euro (tra 3 e 4 volte il trattamento minimo), la rivalutazione è del 40%;
• oltre 1.873 euro fino a 2.341,75 euro (tra 4 e 5 volte il trattamento minimo), la rivalutazione è del 20%;
• oltre 2.341,75 euro e fino a 2.810,10 euro (tra 5 e 6 volte il trattamento minimo), la rivalutazione è del 10%;
• nessuna rivalutazione, invece, è stata prevista per i trattamenti pensionistici superiori a 2.810,10 euro.
Per quanto riguarda invece il biennio “2014-2015”, vale a dire quando è entrato in vigore il meccanismo di rivalutazione previsto dal Governo Letta, la rivalutazione di tali trattamenti è pari al 20% per tutte le fasce sopra menzionate (cioè da 3 a 6 volte il minimo), che passano quindi rispettivamente all’8% (tra 3 e 4 volte il trattamento minimo), al 4% (tra 4 e 5 volte il trattamento minimo) e al 2% (tra 5 e 6 volte il trattamento minimo).
Mentre dal 1° gennaio 2016 è riconosciuto il 50% della rivalutazione che sarebbe spettata sulla base del sistema di calcolo appena visto. Il nuovo importo della pensione dell’anno 2016 sarà poi, la nuova base per il calcolo della perequazione a regime.
Cassa integrazione – Altra novità importante riguarda l'incremento di risorse per gli ammortizzatori sociali in deroga. In particolare, sono stati previsti:
• 1,20 mld di euro per la Cassa integrazione in deroga nel 2015;
• 5 mln di euro per il settore pesca;
• 20 milioni di euro al finanziamento del secondo anno degli accordi di crisi aziendale per cessazione di attività che prevedono, tramite Cigs, la possibile rioccupazione dei lavoratori sospesi dal lavoro.
Inoltre per i contratti di solidarietà, sia per quelli di tipo A che per quelli di tipo B, il voto conferma lo stanziamento di 290 milioni destinati all'aumento dell'integrazione salariale, che passa dal 60 al 70%. Nel dettaglio, 150 milioni sono destinati ai contratti di solidarietà di tipo A (quelli riservati alle imprese che hanno accesso alla Cig), e 140 milioni ai contratti di tipo B (per le imprese che non hanno accesso alla Cig). Dunque, una dotazione complessiva di 310 milioni, dai 70 previsti inizialmente, quando il Decreto ha iniziato il suo percorso parlamentare.
Infine, si segnala la definitiva approvazione del pagamento di tutte le pensioni il primo del mese, già operativa da giugno.