21 ottobre 2013

Indicizzazione pensioni. Gli effetti del ddl di Stabilità

Le nuove indicizzazioni delle pensioni producono un taglio netto del 4,9% dell’assegno annuale rispetto alla normativa ante 2012
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – Come annunciato nei giorni scorsi dal Governo, a decorrere dal prossimo anno e per il triennio 2014-2016, riprenderà l’adeguamento all’inflazione delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS, che per quest’anno è pari a 1.443 euro. La novità è contenuta nel recente ddl di Stabilità 2014-2016, che introduce così il meccanismo già noto di cui alla L. n. 448/1998. Tuttavia, il nuovo sistema di rivalutazione, rispetto alle regole vigenti prima del 2012, risulta più penalizzante, infatti nell’arco di tre anni si perderà comunque circa il 5% del trattamento annuale.

La nuova rivalutazione - Quindi, dal prossimo anno, la rivalutazione delle pensioni all’inflazione prevede quattro scaglioni anziché i vecchi tre, articolati nel seguente modo: 100% per gli assegni pari o inferiore tre volte il minimo (circa 1.500 euro lordi); 90% sullo scaglione tra tre e quattro volte il minimo; 75% per lo scaglione tra quattro e cinque volte il minimo; 50% su quello tra cinque e sei volte il minimo. Mentre non ci sarà nessuna rivalutazione, per il solo anno 2014, sulla parte di assegno superiore a sei volte il minimo (3.000 euro lordi).

Normativa ante 2012 – In base alla normativa previgente alla Riforma Fornero (L. n. 92/2012), la rivalutazione automatica delle rendite previdenziali fu riconosciuta nella misura del 100%, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps. Mentre per le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante, l'aumento di rivalutazione fu comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato. Trascorso il biennio, e in assenza di una specifica norma, la rivalutazione sarebbe ripresa secondo i meccanismi già noti.

Gli effetti –
Come accennato in premessa, l’effetto della Legge di Stabilità 2014 risulta più penalizzante rispetto alla normativa ante riforma Fornero. Infatti, nel 2016 su base annua, un pensionato di riceve 1500 (importo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS) euro incasserà 1.068 euro in meno. Nessun problema, invece, per i pensionati che alla fine del 2011 godevano di un trattamento pensionistico fino a 1.405,05 euro lordi mensili non hanno subito alcuna perdita del potere di acquisto nel biennio 2012/2013, poiché è stato garantito l'adeguamento pieno rispetto all'inflazione registrata. Perdita che si incrementa considerevolmente se consideriamo un pensionato che percepiva nel 2011 un assegno di 2600 euro; in tal caso, la perdita supera i 2000 euro, registrando una taglio netto del 5,5% (sempre rispetto alle regole ante 2012). Possiamo quindi affermare che la perdita incrementa all’aumentare dell’importo pensionistico.

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