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Premessa. Con non poco stupore è l’ingegnere civile la professione più sicura. Infatti, nell’anno 2009, per esempio, si sono infortunati soltanto 13 ingegneri, che se messi a confronto con i commercialisti, ben 178 infortuni, lascia ancora più meravigliati. Questi dati (e non solo questi, ma tutte quelle relative all’universo delle attività professionali secondo la nomenclatura Nup dell’Istat), sono stati resi operativi sul portale dell’Istituto, che si colloca all’interno del Sip, il Sistema Informativo sulle Professioni. A renderlo noto è lo stesso Istituto in un comunicato stampa del 4 ottobre.
La banca dati. La nuova banca dati dell’INAIL, frutto della condivisione delle informazioni in possesso del Ministero del Lavoro, dell’Istat, Isfol e altri, rappresenta una risorsa di grande importanza informativa per fotografare, con certezza e in modo immediato, gli incidenti sul lavoro nell’ottica specifica delle professioni. Lo strumento è in grado di offrire una prospettiva particolarmente significativa al fine di valutare il fenomeno infortunistico, consentendo di dettagliare la casistica relativa a ogni professione secondo le variabili del sesso, dell’età, della tipologia di infortunio, del territorio, della natura e sede della lesione. Inoltre, di ogni specifica sessione visualizzata viene presa in considerazione la serie storica triennale dell’andamento infortunistico (dal 2007 al 2009) per gruppo di appartenenza e vengono forniti i link alle pagine dei siti degli enti che detengono ulteriori informazioni in merito.
Report sui infortuni. Relativamente all’anno 2009, come precisato in premessa, è l’ingegnere civile il mestiere più sicuro. Al contrario, i medici generici, con ben 3.745 infortuni e 9 casi mortali, risulta essere una delle professioni meno sicure. Un dato atipico si ha, invece, nei confronti dei commercialisti, i quali con 178 infortuni, risulta meno sicuro rispetto ai giornalisti (113 infortuni) e ingegneri civili (13 infortuni).
Marco Fabio Sartori. Al riguardo, il presidente dell’INAIL, Marco Fabio Sartori, commenta: "Con questo progetto, che ha l'obiettivo di condividere informazioni di fonte e natura varia per meglio fotografare il contesto in cui sono concretamente esercitate le professioni sul mercato del lavoro nazionale, l'INAIL può oggi offrire una ulteriore chiave di lettura del fenomeno infortunistico: un passo avanti che vede il proficuo utilizzo dei dati in possesso di diversi enti, quale attestazione di una P.A. sempre più proattiva e sinergica".