Premessa – In cima alle riforme “urgenti” da fare nella lista del neo presidente del consiglio, Matteo Renzi, vi è sicuramente il delicato argomento sul mercato del lavoro. Lo “Jobs Act”, che si prefigge l’obiettivo di diminuire il tasso di disoccupazione – specie tra i giovani – si focalizza essenzialmente su quattro argomenti: taglio del cuneo fiscale, completamento della riforma degli ammortizzatori sociali, semplificazione dei contratti e lotta alla disoccupazione giovanile. La sfida principale – come ha già sottolineato il neo-ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan – è ridurre il peso fiscale e contributivo sul costo del lavoro, che in Italia supera il 53%, secondo i calcoli dell'ufficio studi di Confindustria.
Il cuneo fiscale – Il primo obiettivo è quello di ridurre il costo del lavoro. Un traguardo non certamente facile da raggiungere visto che serviranno risorse ingenti (si parla di 7-8 miliardi di euro che si andrebbero a sommare ai 3 miliardi già garantiti per i prossimi due anni). Un intervento strutturale, quindi, che punta a ridurre l'Irap del 10% e a tagliare l'Irpef (probabilmente aumentando le detrazioni per i dipendenti con redditi più bassi). A tal fine, il nuovo Governo sta pensando di intervenire sul lato della spesa con un rafforzamento degli interventi di spending review sulle uscite correnti, escludendo le prestazioni sociali e assistenziali, e si agirà con una rimodulazione della tassazione sulle rendite finanziarie, con un'attenzione però al risparmio degli italiani.
Flessibilità in entrata – Sul fronte della flessibilità in entrata, s’intende semplificare i contratti di lavoro esistenti, che complessivamente sono almeno 27 conteggiando i rapporti subordinati, parasubordinati, il lavoro autonomo e speciali (come associazione in partecipazione o tirocini). Al riguardo, è possibile ricordare come la Riforma Fornero ha tentato di arginare l’abuso di alcune formale contrattuali, inasprendo le regole su alcuni rapporti, come il lavoro a chiamata o quello a progetto, causando di fatto un calo nell'uso di queste formule.
Ammortizzatori sociali – Importante novità anche nel sistema degli ammortizzatori sociali. Infatti, si punta all'introduzione di un'indennità di disoccupazione universale. Però, prima di emanare la riforma bisogna risolvere alcuni problemi già esistenti: la CIGD e i criteri di concessione dei sussidi in deroga. Nel primo caso, bisogna trovare le risorse finanziarie necessarie, in quanto per quest’anno ammontano solo a 1,7 miliardi (1 miliardo in meno rispetto allo scorso anno). Quanto ai criteri di concessione dei sussidi in deroga, il neo ministro del Welfare, Giuliano Poletti, sarà chiamato a decidere se e come modificare il decreto che restringe tali criteri.
Piano giovani – Infine abbiamo il “Piano Giovani”, ossia un programma europeo che punta a offrire ai giovani fino a 25 anni un’opportunità di lavoro o di formazione entro 4 mesi dalla disoccupazione o dall’uscita dalla scuola. A tal fine, sono stati dedicati 1,5 miliardi di euro. La fase operativa fa capo alle Regioni; si parte entro marzo-aprile.
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