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Premessa. Il mondo professionale, in particolare i professionisti “senza Albo”, è pronto a subire una profonda modifica. Infatti, martedì 27 settembre 2011, Filcams, Cgil, Fisacat, Cisl, e Uil hanno siglato con Confprofessioni un’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale dei dipendenti degli studi, per introdurre lo “job sharing”. Lo spiega Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, cogliendo di sorpresa professionisti e associazioni.
Il nuovo contratto. Il nuovo contratto, in via di definizione, disciplina per gli studi, la “flessibilità” del lavoro atipico: dal job sharing al lavoro intermittente. Sino alla riclassificazione dei profili per dipendenti e collaboratori degli studi professionali: dal tecnico di laboratorio all’ingegnere con laurea triennale assunto nella società d’ingegneria, passando per l’assistente alla poltrona sino al collaboratore degli studi notarili.
L’elemento economico di garanzia. Il contratto triennale – che decorre dal 1° ottobre 2011 – introduce anche un elemento economico di garanzia. Oltre all’aumento contrattuale al terzo livello di 87,50 euro a regime (e arretrati calcolati in 245 euro circa, suddivisi al 60% a ottobre 2011 e al 40% a gennaio 2012), in mancanza della contrattazione decentrata sarà riconosciuto un elemento economico di garanzia quantificato in 90 euro da riparametrare.
Campo di applicazione. Per quanto riguarda i soggetti a cui applicare tale novità, è possibile estenderla anche agli apprendisti e, per i praticanti e stagisti del settore, è stato definito un criterio di giusto compenso che, nella pratica, sarà individuato in un tavolo tecnico che i sindacati vorrebbero far partire entro un mese. Successivamente, si dovrà dettagliare anche una nuova riclassificazione delle professioni non ordinistiche che potranno applicare il contratto. Su questo, però, diverse associazioni professionali frenano. Poiché vedono il rischio di “avallare” in un elenco ad hoc proprio quelle categorie di senza Albo che si sono sempre osteggiate perché in sovrapposizione con le attività degli iscritti agli Ordini.