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Premessa – Si prevedono tempi bui per i pensionati. O per lo meno a prospettarlo è Fipac Confesercenti, che in uno studio volto ad analizzare gli effetti della Legge di Stabilità 2014-2016, ha stimato una riduzione – per l’anno 2014 - di 300 euro sull’assegno INPS per ogni pensionato. A confermarlo è il presidente di Fipac Confesercenti, Massimo Vivoli, bocciando parzialmente l’attuale ddl. “Il nostro ‘nì’ a questa manovra – afferma Vivoli – è solo perché ci auguriamo che le Camere riusciranno a riconsiderare gli effetti negativi che questa legge avrà sui consumi. Per la prima volta, inoltre si consuma una rottura storica. Da sempre, le detrazioni IRPEF assicurate alle pensioni sono state trattate in sintonia al lavoro dipendente. Da oggi non è più così, perché il ddl riconosce un aumento delle detrazioni d’imposta ai dipendenti, ma non ai pensionati. In questo modo – conclude il presidente di Fipac Confesercenti – si continua a scaricare sui pensionati i costi della crisi”.
I nodi - Le misure incriminate dalla Federazione sono tre: i cambiamenti apportati, per il periodo 2014-2016, al sistema di perequazione automatica delle pensioni; l’esclusione dei redditi da pensione dall’aumento della detrazione Irpef accordata solo al lavoro dipendente e ai altri redditi assimilati (eccetto, appunto, le pensioni), ed infine, l’introduzione della TASI, ossia della componente del TRISE (Tributo sui servizi comunali), a fronte della copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni.
Indicizzazione delle pensioni – Partendo dalla rivalutazione delle pensioni, il comunicato rammenta che in precedenza il sistema di perequazione automatica delle pensioni fissava la misura della rivalutazione in misura piena (100% dell’inflazione) per gli importi fino a tre volte il trattamento minimo, in misura ridotta (90% del valore dell’inflazione) per gli importi compresi fra tre e cinque volte l’importo minimo e in misura parziale (75%) per gli importi di pensione eccedenti le cinque volte il livello minimo. Ora, invece, con le misure introdotte dal ddl sono state apportate due novità penalizzanti. Innanzitutto si riduce al 90% quello riconosciuto per le pensioni comprese fra tre e quattro volte il trattamento minimo, mentre sarà del 75% quello previsto per gli importi compresi fra quattro e cinque volte, e del 50% per quelli superiori (con esclusione di ogni rivalutazione, limitatamente al 2014) degli importi superiori a sei volte il trattamento minimo Inps. In secondo luogo, si passa da un regime di rivalutazione che opera per scaglioni di pensione (ogni scaglione con la sua percentuale di adeguamento all’inflazione) a un futuro sistema che opera per classi (le pensioni di importo eccedente tre volte il minimo, ad esempio, saranno rivalutate al 90% per l’intero importo, vendendo meno la copertura del 100% fino a tre volte il trattamento minimo).
Esclusione dai benefici Irpef – Passando alle detrazioni IRPEF, come accennato in premessa, viene evidenziata l’esclusione da parte dei pensionati della possibilità di detrarre l’IRPEF così come riconosciuto per gli altri redditi assimilati. Tale diversità di trattamento comporta una penalizzazione relativa dei pensionati, in una misura che raggiunge i 182 euro l’anno.
TASI e TRISE – Altra misura a danno dei pensionato è l’introduzione della TASI che segue alla cancellazione dell’IMU sulla prima casa. In particolare, il pensionato proprietario dell’immobile in cui abita sarà soggetto a un prelievo che potrà toccare il 2,5 per mille del valore determinato con le regole IMU. Si tratterà di un prelievo aggiuntivo rispetto al 2013, con esclusione dei 30 centesimi di euro per metro quadro compresi, allo stesso titolo, nel computo della Tares.
L’analisi – I risultati ottenuti da Fipac Confesercenti indicano una riduzione del reddito disponibile 2014 dei pensionati compresa fra i 294 e i 389 euro, per effetto di un taglio alle pensioni, di un mancato sgravio fiscale e di un aumento del prelievo sulla casa di abitazione.