8 settembre 2015

Pensione a 70 anni. Serve il consenso del datore di lavoro

Il lavoratore non ha alcun diritto potestativo a posticipare il pensionato a 70 anni

Autore: Redazione Fiscal Focus
Per rimanere sul posto di lavoro anche dopo aver maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia, e fino a 70 anni, è assolutamente necessario il consenso del datore di lavoro. In caso contrario, ossia laddove l’azienda non intenda più continuare il rapporto lavorativo, è possibile applicare la regola tradizionale, rimasta immutata, che consente il licenziamento del dipendente che matura il requisito pensionistico.

A stabilirlo è la sentenza n. 17589 del 4 settembre 2015 della Corte di Cassazione, con cui le Sezioni Unite Civili hanno risolto una questione finora molto controversa scaturita dalla Manovra Salva-Italia (art. 24, comma 4, del D.L. n. 201/2011).

Pensionamenti flessibili
- Tale norma, in particolare, incentiva la prosecuzione del rapporto di lavoro anche dopo la maturazione del diritto alla pensione, e stabilisce espressamente l’applicabilità dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fino all’età di 70 anni, al fine di percepire un assegno pensionistico più sostanzioso. Tuttavia, fino alla suddetta pronuncia, non risultava molto chiaro se per avvalersi di tale facoltà bastava una semplice manifestazione di volontà del lavoratore. Era opinione diffusa, infatti, che la riforma avesse introdotto un vero e proprio diritto soggettivo del lavoratore a restare in servizio anche dopo la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

La sentenza –
A risolvere ogni dubbio ci hanno pensato gli Ermellini che hanno posto una pietra tombale sull’incertezza creatosi. Infatti, i lavoratori non hanno alcun diritto potestativo a proseguire il rapporto di lavoro oltre la maturazione dei requisiti di pensionamento, in quanto l’incentivazione non deve in alcun modo entrare in contrasto con le disposizioni che regolano gli specifici comparti e/o le esigenze organizzative del datore di lavoro. Quindi, tale possibilità è concessa esclusivamente qualora si prefigurino situazioni incentivanti tali da proseguire il rapporto di lavoro per un arco temporale che può arrivare sino a 70 anni. Quindi, viene a mancare il concetto di “automatismo” della norma, in quanto serve il consenso di ambo le parti per la prosecuzione del rapporto di lavoro.

La sentenza è di estremo interesse, poiché riconsegna alle aziende la facoltà di interrompere il rapporto con i dipendenti che hanno maturato la pensione, senza dover sottostare ad alcun diritto di opzione individuale.
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