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Premessa –Sono stati pubblicati la settimana scorsa, 24 maggio 2012, i nuovi divisori e coefficienti di trasformazioneutili per calcolare l’importo pensionistico. L’adeguamento è frutto dell’ultima riforma delle pensioni, quella condotta dal tandem Monti-Fornero, ed entreranno in vigore il 1° gennaio 2013. Come preannunciato, con l’approvazione del D.M. 15 maggio 2012, l’aggiornamento ha provocato un alleggerimento circa del 2-3% dei trattamenti pensionistici erogati tra il 2013-2015. Riduzione, però, che può essere colmata per chi deciderà di lavorare qualche anno in più. Infatti, tali coefficientitendono sostanzialmente a penalizzare chi lascia il lavoro prima dei 66 anni e a premiare chi verserà più contributi.
Limiti d’età - Innanzitutto viene esteso, dagli attuali 65 anni fino a 70 anni, il meccanismo contributivo pro-rata garantendo di conseguenza la massima equità attuariale. Tale novità, infatti, ha la funzione di stabilizzatore della spesa pensionistica dei prossimi anni, caratterizzati da un progressivo invecchiamento della popolazione. Pertanto, l’assegno sarà più pesante con il passare degli anni, quando si accumuleranno più aggiornamenti automatici biennali dei requisiti legati alla dinamica demografica del Paese. Vale quindi la regola del “più versi e più ricevi”, concetto esteso all’intero sistema previdenziale della riforma Monti varata lo scorso dicembre. Tuttavia, poco cambia per chi ha cominciato a lavorare già nel 1977, in quanto la pensione viene principalmente calcolata con il sistema retributivo.
Adeguamento coefficienti –Importante novità arriva anche sul fronte degli aggiornamenti automatici dei coefficienti in argomento. Infatti, essi non saranno più rivalutati con cadenza decennale, bensì saranno rideterminati ogni tre anni, fino al 2019, anno di allineamento a 67 anni per la pensione di vecchiaia per tutti. Dopo il predetto anno invece l’aggiornamento sarà biennale.
Le conseguenze – In virtù della regola “più versi, più ricevi”, a seguito della nuova revisione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo per ogni 1.000 euro di contributi pagati si riceveranno 43,04 euro di pensione se l’età alla pensione è di 57 anni; 46,61 euro se l’età è di 60 anni; 54,35 euro se è di 65 anni e 65,41 euro se è di 70 anni. In altri termini, se consideriamo come base un reddito lordo di 30mila euro, ad esempio, chi ha cominciato a lavorare a 30 anni, pensionandosi a 64 anni percepirà 274 euro in meno, se il reddito è di 75mila euro, la differenza può arrivare a 670 euro.