Premessa – È successo tutto ieri mattina nello spazio di qualche ora. La speranza che nel testo della Legge di Stabilità 2014-2016 potesse sparire il tanto odiato blocco alle indicizzazioni delle pensioni, è stata prontamente resa vana dal presidente della Commissione Bilancio Antonio Azzolini, ritirandone il relativo emendamento.Quindi, le pensioni restano come in origine: lo stop alle rivalutazioni sarà corposo e il contributo di solidarietà arriverà solo per le pensioni d’oro più elevate.
Il dietrofront -La modifica era stata presentata nelle ultime ore della scorsa settimanacon il profilo di un vero e proprio blitz nell’organo deputato alla discussione – ormai pressoché infinita – sulla legge di stabilità 2014. Nello specifico, dovevano rientrare sotto il tetto della rivalutazione piena 20 milioni di pensioni sui 23 milioni erogati, grazie all’indicizzazione completa quasi a 2.000 euro al mese, che riguarda la stragrande maggioranza dei pensionati italiani. Ora, invece, la fascia assicurata del ricalcolo dell’assegno torna a essere esclusivamente quella fino a 1.443 euro mensili, riportando indietro le lancette al testo iniziale della finanziaria.
Rivalutazione delle pensioni – Pertanto, dal prossimo anno, la rivalutazione delle pensioni all’inflazione prevede quattro scaglioni (uno in più dalla normativa precedente), articolati nel seguente modo:
- 100% per gli assegni pari o inferiore tre volte il minimo (circa 1.500 euro lordi);
- 90% sullo scaglione tra tre e quattro volte il minimo;
- 75% per lo scaglione tra quattro e cinque volte il minimo;
- 50% su quello tra cinque e sei volte il minimo. Mentre non ci sarà nessuna rivalutazione sulla parte di assegno superiore a sei volte il minimo (3.000 euro lordi).
Contributo di solidarietà –Anche per il contributo di solidarietà si segnalail ritiro dell’emendamento che avrebbe dovuto abbassare la soglia sulle pensioni più elevate; infatti si era pensato di ridurre il limite minimo a 90.000 euro.Quindi, il prelievo resta così articolato: 5% per le pensioni superiore ai 150mila e fino a 200 mila euro all’anno; 10% per le pensioni superiore ai 200mila euro e fino a 250mila; 15% per le pensioni superiori ai 250.000 euro.
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