13 dicembre 2011

Pensioni: niente più cash sopra i 500 €

Chi percepisce una pensione superiore a 500 € dovrà dotarsi di una carta elettronica bancaria o postale.
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa - Addio alle banconote per pensioni che superino i 500 euro. A prevederlo è l’art. 12 “Riduzione del limite per la tracciabilità dei pagamenti a 1.000 euro e contrasto all’uso del contante”, c. 2, lettera c) della manovra del Governo Monti. Pertanto, la pensionata, che dopo la fila alle poste, riscuote un assegno pensionistico superiore alla soglia dei 500 € non potrà più farlo in contanti, ma dovrà dotarsi di strumenti di pagamenti elettronici bancari o postali, ivi comprese le carte di pagamento prepagate. Stessa soglia vale per chi percepisce uno stipendio pubblico o un compenso per una collaborazione. Intanto il livello della protesta è già alto. Imporre bancomat, carte prepagate, codici PIN e quant’altro a milioni di anziani pensionati INPS “analfabeti” non significa solo “incrementare i livelli di sicurezza fisica”, come recita la norma in questione, ma è volto a cambiare le tradizioni, relazioni e abitudini.

I soggetti interessati – La novità scatta da subito. Investiti da tale norma saranno la stragrande maggioranza dei pensionati (l’85,3% percepisce trattamenti pensionistici sopra i 500 euro, pari a 14,3 milioni di soggetti), mentre potranno ancora raccogliere la pensione in contanti i 2,5 milioni di pensionati (ovvero il 14,7%) che hanno una pensione sotto i 500 euro. Interessati dalla nuova disposizione saranno anche i lavoratori che percepiscono stipendi pubblici o compensi per una collaborazione. Che la novità possa comportare qualche difficoltà e aumento di costo per i pensionati appare chiaro dal comma successivo che punta a limitare i disagi per i pensionati al minimo o sociali. “Per incrementare i livelli di sicurezza fisica e tutelare i soggetti che percepiscono trattamenti pensionistici minimi, assegni e pensioni sociali - è scritto nel decreto - i rapporti recanti gli accrediti di tali somme sono esenti in modo assoluto dall’imposta di bollo”. Inoltre, “per tali rapporti, alle banche e agli altri intermediari finanziari è fatto divieto di addebitare alcun costo”.

Le polemiche – Tra i primi a sollevare polemiche è il senatore dell’Idv, Elio Lannutti, che presiede anche l’Adusbef. “I pensionati saranno così costretti ad aprire conti correnti bancari e postali e apprendere l’utilizzo di bancomat o carte di credito, per ingrassare i signori banchieri”. Protestano anche i pensionati. «Non capiamo il perchè di tutto questo accanimento contro i pensionati da parte del Governo», afferma il segretario dei pensionati Cgil, Carla Cantone. “Non vorremmo - dice - che questa norma fosse un modo per togliere ancora qualche euro dalle tasche dei pensionati italiani in favore delle commissioni bancarie”.

Ulteriori specifiche – In realtà, ci sarebbe ancora del tempo prima che diventi operativa la procedura in questione. Infatti, il comma 3 dello stesso articolo 12 del decreto prevede che, entro tre mesi il MEF e l’ABI definiranno con una convenzione le caratteristiche di un conto corrente di base da offrire ai pensionati, con i seguenti criteri:
- inclusione nell’offerta di un numero adeguato di servizi e operazioni, compresa la disponibilità di una carta di debito;
- struttura dei costi semplice, trasparente, facilmente comparabile;
- fasce socialmente svantaggiate di clientela alle quali il conto corrente è offerto senza spese.

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