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Premessa. La “stretta” sul pubblico impiego, le norme sulla uscita forzata dalla pubblica amministrazione con 40 anni di contributi e i timori su nuove riforme stanno convincendo i lavoratori pubblici ad uscire dal lavoro il prima possibile, registrando una vera e propria fuga. Infatti, nei primi 9 mesi del 2011, secondo i dati Inpdap, le nuove pensioni sono state 75.743 (+5,27%) rispetto allo stesso periodo dell’anno 2010, mentre per gli assegni di anzianità si è registrato un vero e proprio boom, cresciuti del 34,2% .
I dati Inpdap. Come si legge dai dati Inpdap pubblicati in data 3 ottobre 2011, le nuove pensioni sono aumentate del 5,27% passando da 71.953 a 75.743 nei primi 9 mesi del 2011, con un boom degli assegni di anzianità che sono cresciuti del 34,2%. I ritiri anticipati, in particolare, sono passati da 39.477 a 52.973, mentre le pensioni di vecchiaia sono state 14.941, il 5,91% in meno rispetto ai primi 9 mesi dell’anno scorso. Forte calo anche per gli assegni di inabilità, con 3.808 nuovi accertamenti (contro i 4.394 dei primi 9 mesi 2010; -15,39%), mentre un vero e proprio crollo si è registrato per i part-time, che consente il cumulo con la pensione d’anzianità: sono stati solo 4.021 a fronte delle 12.259 dei primi 9 mesi 2010 (-204%).
Le cause. La spiegazione dell’aumento di persone che hanno lasciato l’amministrazione in età anticipata rispetto alla vecchiaia può essere ricondotta a molteplici aspetti:
- la norma del 2009 che prevede la possibilità per lo Stato di far uscire il dipendente se ha raggiunto i 40 anni di contributi (quindi di fatto una scelta dell’amministrazione e non del lavoratore);
- le misure sul pubblico impiego quali il blocco dei contratti;
- la rateizzazione;
- timore dell’arrivo di nuovi interventi sul pubblico impiego e in generale il peggioramento delle condizioni del comparto.
I conti Inpdap. Il presidente dell’Inpdap, Paolo Crescembini, afferma che i conti 2011 dell’Inpdap dovrebbe essere “in equilibrio nonostante la crescente diminuzione del numero degli iscritti e l’aumento dei pensionamenti anche in virtù della minore spesa di 710 milioni circa per il trattamento di fine rapporto prevista dal bilancio 2011”.
“Si salvi chi può”. Il responsabile dei lavoratori pubblici della Cgil, Michele Gentile, ha commentato così le notizie sull’aumento delle pensioni di anzianità dei lavoratori pubblici nei primi 9 mesi del 2011: “Chi può scappa dalla Pubblica amministrazione”. “Le misure decise dal Governo sul pubblico impiego, blocco dei contratti, rateizzazione del Tfr e taglio alle retribuzioni dei dirigenti – ha spiegato – fanno sì che chi ha la possibilità di andarsene se ne vada”. Una vera e propria fuga che ora rischia di creare non pochi problemi agli uffici e alla gestione delle pratiche in corso e, in ultima analisi, ai cittadini che troveranno sempre più sportelli pubblici chiusi per mancanza di personale.