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Premessa – Ricongiunzione gratuita sì, ma con assegni pensionistici ridotti. È questa in poche parole, la novità che si inserisce nel Ddl Stabilità 2013 per mezzo di un emendamento approvato venerdì che punta a risolvere il fatidico problema circa l’onerosità con una soluzione che – pur essendo destinata a non accontentare tutti - ha il duplice pregio di preservare i conti pubblici e di inserirsi in maniera coerente nel più ampio disegno della riforma previdenziale.
La soluzione – Al riguardo, il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha pensato a due soluzioni ad hoc elaborati per due distinte platee. La prima consiste nel mantenimento della “gratuità ordinaria” della ricongiunzione, per tutti i soggetti che siano transitati dalla gestione INPDAP alla gestione INPS prima del 30 luglio 2010, data dell’entrata in vigore della legge di conversione del D.L. 78/10, convertito nella L. 122/10. La seconda, invece, prevede la modifica della normativa con riferimento ai restanti contribuenti; in particolare, per tali soggetti, “l’emendamento Fornero” prevede che la ricongiunzione tornerà ad essere gratuita, solo qualora ci si avvalga della stessa per fruire della pensione di vecchiaia e, quindi, alla relativa età anagrafica “mobile”. Al contrario, l’onerosità rimarrebbe confermata qualora il contribuente intenda fruire della pensione “anticipata” di anzianità.
Gli effetti – Premessa l'interessante novità che la “totalizzazione retributiva” viene estesa anche a tutti i lavoratori inclusi quelli della gestione separata (co.co.co. ecc.), si rammenta che il nuovo criterio dà diritto alla pensione di vecchiaia in base alla riforma Fornero ossia, per il 2013, con 20 anni di contributi e un'età di 62 anni e 3 mesi per le lavoratrici dipendenti del privato; di 63 anni e 9 mesi per quelle autonome; di 66 anni e 3 mesi per i dipendenti pubblici e lavoratori autonomi. Dai primi calcoli emerge un dato interessante, ossia che al crescere dell’età dei pensionamento, la totalizzazione contributiva risulta più conveniente della nuova retributiva.
Copertura economica – Quanto pesa tutto ciò allo Stato in termini economici? Per rispondere a tale domanda è intervenuta la Ragioneria Generale dello Stato, che avrebbe quantificato l’onere “parziale” in 400 milioni di euro per i primi due anni, destinati a diminuire negli anni successivi, mano a mano che si andrà a esaurire la platea dei potenziali fruitori. Tali maggiori oneri dovrebbero venir reperiti attraverso la contestuale riduzione dei fondi attualmente stanziati per la decontribuzione dei compensi per lavoro straordinario.