15 dicembre 2011

Pioggia di modifiche sul sistema previdenziale

Numerose le rettifiche introdotte sul sistema previdenziale alla luce del maxi-emendamento approvato martedì sera alla Commissione Bilancio e Finanze delle Camere
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – Manovra più equa. È questa in sostanza il pensiero del primo Ministro, Mario Monti, al termine di una lunga notte alla Commissione Bilancio e Finanze delle Camere. Infatti, dopo un lungo braccio di ferro tra il Governo e i tre partiti più rappresentativi (Pdl, Pd e terzo polo), ad uscirne è una manovra ritoccata da più parti, soprattutto sul fronte previdenziale. È qui, difatti, che si concentra la maggior parte dell’attenzione delle forze politiche, ottenendo in parte ciò che era stato chiesto. In pratica, gli argomenti rettificati sono: innalzamento fino al triplo del minimo della rivalutazione delle pensioni; introdotto un contributo di solidarietà pari al 15% per i pensionati d’oro; aumento di 2 punti percentuali dei contributi da versare da parte dei lavoratori autonomi; ridotta la penalizzazione di un punto percentuale qualora il lavoratore decidesse di uscire dal mondo del lavoro prima dei 62 anni; è stata concessa facoltà alle lavoratrici dipendenti, nate nel 1952, di andare in pensione di vecchiaia a 64 anni; stessa soglia anagrafica è stata concessa ai lavoratori privati che hanno maturato, entro il 31 dicembre 2012, almeno 35 anni di contributi.

La rivalutazione delle pensioni – Dopo tante polemiche è stato finalmente rivista la rivalutazione dell’indicizzazione sulle pensione. Come chiesto da più parti sociali il limite precedente di 935 euro (doppio del minimo) è stato innalzato al triplo del minimo (a 1.402 euro). C’è un però. La rivalutazione al 100% fino a 1.402 euro viene garantita solo ed esclusivamente per il biennio 2012-2013. Trascorso tale periodo, dal 2014, si torna a congelare le pensioni superiori al doppio del minimo, come precedentemente previsto.

La perequazione sui pensionati d’oro – Riviste anche la perequazione dovuta dai pensionati d’oro, introdotta dal 1° agosto 2011 dall’ex primo Ministro, Silvio Berlusconi. Infatti, con la manovra estiva (D.L. 138/2011 convertito in L. 148/2011), è stato previsto un contributo di solidarietà nei confronti dei pensionati che percepiscono somme ingenti. Due sono gli scaglioni previsti:
- il 5% per coloro che percepiscono più di 90.000 euro annui;
- il 10%, invece, per coloro che percepiscono un reddito annuo superiore a 150.000 euro.
Ora, il nuovo Premier ha introdotto un ulteriore scaglione, tassando tutti pensionati che ricevono un reddito annuo superiore a 200.000 euro al 15%. Si rammenta che la perequazione durerà fino al 31 dicembre 2014.

Aumento dell’aliquota dei lavoratori autonomi – Incrementate anche le aliquote contributive degli artigiani, commercianti e lavoratori agricoli. Infatti, dal 1° gennaio 2012 si avrà un aumento pari all’1,3%, mentre dal 2013 al 2018 l’aumento annuo sarà solamente dello 0,45%, portando complessivamente a regime , nel 2018, l’aliquota al 24% (2% in più rispetto al testo precedente).

Le pensioni flessibili – Penalizzazione più soft per chi esce dal lavoro prima dei 62 anni (fermo restando i contributi minimi da versare). Pertanto, chi decide di terminare l’attività lavorativa prima del compimento dei 62 anni riceverà una penalizzazione pari all’1% annuo e non del 2% come era stato precedentemente previsto. Tutto ciò comporta delle sostanziali modifiche per quanto riguarda i divieti di licenziamento poiché, anche se si è raggiunta l’età minima per la vecchiaia, i datori di lavoro non potranno procedere al licenziamento fino al 70esimo anno di età del lavoratore, salvo successivi adeguamenti della speranza di vita stimata dall’Istat.

Le eccezioni – In zona Cesarini arriva anche una deroga all’art. 24 del decreto. È concessa facoltà alle lavoratrici dipendenti che sono nate nel 1952 e che hanno versato almeno 20 anni di contributi entro il 31 dicembre 2012, di accedere ai trattamenti pensionistici a 64 anni (con un ritardo di soli 4 anni anziché 6 anni come originariamente previsto dalla manovra). Stesso requisito anagrafico è previsto per tutti i lavoratori dipendenti (stavolta anche per gli uomini, ma sempre solo per il settore privato) che maturano quota 96 (minimo 35 anni di contributi) entro il 31 dicembre 2012.

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