26 gennaio 2012

Riforma del lavoro. Cinque mosse per rialzare l’occupazione

È stata resa nota ai sindacati la prima bozza sulla riforma del lavoro
Autore: Redazione Fiscal Focus

Premessa – Sta cominciando a prendere forma la tanto chiacchierata riforma del lavoro targata Monti-Fornero. Infatti, è stata presentata il 23 gennaio scorso alle parti sociali a palazzo Chigi la prima bozza composta da cinque capitoli riguardanti: tipologie di contratto, apprendistato, flessibilità del mercato del lavoro, ammortizzatori sociali e servizi per il lavoro. Da una prima analisi del documento, che sarà presto diffuso, pare che non ci sia l’idea del “contratto unico”, come precisato direttamente dal Ministro del Lavoro, Elsa Fornero: “Non c’è, non è scritta: possiamo discuterne in modo civile e ordinato”. A lunedì 30 gennaio il prossimo appuntamento tra Governo e sindacati per discutere nuovamente su determinati punti della bozza.

Il contratto di lavoro –Sul contratto di lavoro, il Ministro Elsa Fornero ha sottolineato che “occorre un contratto che evolva con l’età dei lavoratori, piuttosto che contratti nazionali specifici che evolvano per tutte le età” del dipendente, mentre si cerca di favorire la conversione dei tempi determinati in indeterminati, attraverso la graduazione degli sgravi contributivi. Una tipologia di contratto poco gradito dalla Cgil, Cisl, Uil e Ugl che leggono dietro tutto ciò l’introduzione di quel contratto unico che non vogliono assolutamente.

La flessibilità del lavoro –Nell’incontro si è parlato anche della flessibilità del lavoro e degli abusi, sottolineando in particolar modo che in Italia c’è una flessibilità minore rispetto ad altri Paesi come la Germania, e che occorre concentrarsi maggiormente sui contratti di apprendistato che rappresenta la via migliore di accesso per i giovani. Si è detto, inoltre, di come le forme flessibili, poi, dovranno costare di più alla parte datoriale, e la stabilizzazione di personale a tempo determinato verrà, invece, incoraggiata con agevolazioni contributive che saranno legate anche ai percorsi i apprendimento effettuati.

Ammortizzatori sociali –Ed è proprio sul capitolo degli ammortizzatori sociali che si è infuocato il dibattito causando le critiche dei sindacati, colti in contropiede da un documento inaspettatamente dettagliato che propone il passaggio a un sistema integrato a due vie:
• uno di sostegno per le crisi temporanee;
• un’altra per il sostegno al reddito di chi perde il lavoro (indennità risarcitorie), favorendo al contempo la ricollocazione dei lavoratori.

Inoltre, la riforma del mercato del lavoro potrebbe prevedere anche una stretta sulla cassa integrazione, limitandone il ricorso ai soli casi in cui si possa riprendere il lavoro rapidamente, puntando fondamentalmente sulla CIG ordinaria, quindi della durata di 52 settimane. Misura che però non trova l’accordo delle parti sociali, le quali sono tutte d’accordo sul fatto che “non si può superare la cassa integrazione straordinaria”, ha dichiarato il leader della Cgil, Susanna Camusso.

Riforma senza decreto –Al termine dell’incontro, il premier Mario Monti, fa sapere tra l’altro che, la riforma del mercato del lavoro non arriverà tramite decreto e che “i tempi non possono essere lunghi”, in quanto si presume che il testo sarà pronto entro tre o quattro settimane. Si attendono ulteriori sviluppi in merito, volti a chiarire molte altre questioni e soprattutto quello che riguardano ammortizzatori sociali e salario minimo

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