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Premessa – É già tempo di cambiamenti. I partiti di maggioranza (Pd, Pdl, Udc, Fli e Pt) non aspettano neanche il tempo dell’entrata in vigore della riforma del lavoro (18 luglio 2012), elaborando un emendamento sviluppato in 10 punti, che verrà votato nell’ambito del decreto Crescita (il c.d. decreto Sviluppo) a partire dalla prossima settimana a Montecitorio. In sostanza, i punti fondamentali dell’emendamento prevedono il rinvio dell’entrata in vigore dell’ASpI (il nuovo ammortizzatore sociale) dal 2013 al 2014, mentre la valutazione del parametro dell’80% della retribuzione verso un unico committente, per la presunzione di falsa partita IVA, non avverrà più su un anno solare, ma su due. Rinvio anche per l’aumento dell’aliquota contributiva per le partite IVA che quindi è destinata a rimanere al 27% anche nel 2013. In questo modo viene recepito in toto l’avviso comune di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, integrandolo con misure relative agli ammortizzatori sociali e alla flessibilità in entrata. Tuttavia, va segnalato che il “veicolo” per introdurre questi cambiamenti non è necessariamente il decreto legge sullo Sviluppo. Le norme potrebbero infatti confluire anche nella spending review, visto che bisogna ancora superare il vaglio dell'ammissibilità degli emendamenti, che potrebbero essere considerati estranei alla materia trattata.
Differimento della nuova ASpI – La principale modifica riguarda l'ASpI. In particolare, nel testo redatto dai partiti di maggioranza si legge che “tutti i termini di entrata in vigore della normativa in materia di assicurazione sociale per l'impiego e delle correlate disposizioni finanziarie, di cui all'articolo 2 della legge 28 giugno 2012, n. 92, sono differiti di un anno”. In questo modo l’entrata in vigore del nuovo ammortizzatore sociale slitterebbe al 2014. Ma non è finita qui. Dal testo trapela che il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, deve “entro il 30 ottobre 2013, effettuare, attraverso un confronto con le parti sociali, una ricognizione delle disposizioni differite e un monitoraggio del sistema di ammortizzatori sociali vigente, in relazione alla congiuntura economica e ai livelli occupazionali in essere, al fine di verificare eventuali ulteriori misure da assumere”.
False partite IVA - Sul fronte delle partite Iva invece vengono introdotti dei criteri più “morbidi” (a vantaggio dei committenti) per poter definire le “false” partite IVA che nascondono un vero e proprio lavoro dipendente. In pratica, la percentuale minima degli introiti verso un unico committente (pari all’80%), oltre la quale il lavoro autonomo viene trasformato in co.co.pro, non verrà più calcolato su base annua, bensì nell’arco di un biennio.
Differimento dell’aliquota contributiva – Altra sostanziale novità consiste nella proroga di un anno dell’incremento graduale dell’aliquota contributiva per collaboratori e contratti a progetto. Quindi anche per il 2013 gli iscritti alla Gestione separata dell’INPS potranno applicare l’aliquota del 27%.
Altri punti – L’emendamento, inoltre, tocca anche altri punti importanti. Innanzitutto garantisce ai collaboratori e contrattisti a progetto che se l'azienda non versa i contributi previdenziali dovuti scattano le tutele a carico dell'Inps. Mentre per il contratto a termine, l'intervallo di tempo che deve intercorrere tra un contratto a termine e il successivo dovrà essere affidato alla contrattazione tra le parti ed eliminato per i lavori stagionali. Sarà poi possibile inserire più apprendisti in tutti i settori produttivi, anche nelle aziende di lavoro interinale. Si propone, inoltre, la possibilità per un lavoratore in cassa integrazione di percepire fino a 3.000 euro di voucher per lavoro accessorio e stagionale. Torna la CIGS per le aziende ammesse a procedure concorsuali, se in prospettiva riprenderanno l'attività; non conteggio per i contratti a termine sino a 6 mesi sulla base del calcolo dell'organico per l'obbligo
di assunzione degli invalidi. Infine si chiede di facilitare i trasferimenti d'azienda o di rami d'azienda in caso di fallimento.