19 settembre 2011

Sartori: un errore privatizzare l’INAIL

Intervento del presidente dell’INAIL sul documento “Uscire dalla crisi - Un’agenda di privatizzazioni”
Autore: Redazione Fiscal Focus

Possibile privatizzazione INAIL - “Uscire dalla crisi - Un’agenda di privatizzazioni” è un documento presentato dall’istituto Bruno Leoni, la cui idea di fondo è ricorrere il più possibile al libero mercato al fine di diminuire costi e debiti aumentando l’efficienza complessiva del sistema. Tra le varie proposte figura la privatizzazione dell’INAIL.
Marco Fabio Sartori, presidente dell'INAIL, spiega perché non condivide la proposta avanzata dal centro studi, ribadendo che ben difficilmente si ricaveranno dei vantaggi tangibili da un’eventuale

Un dibattito positivo - A motivare le perplessità di Sartori - che pure riconosce come la misura emerga "periodicamente in un positivo e utile dibattito sulle possibili iniziative necessarie per far riprendere competitività al nostro Paese" - non solo "i presupposti normativi su cui si basa l'attività" dell'INAIL, ma soprattutto "il rischio concreto di un paradossale aumento del costo assicurativo, e quindi del costo del lavoro (già molto oneroso per le imprese italiane), senza apprezzabili miglioramenti rispetto al sistema esistente".

Istituto compatibile con la libertà di concorrenza - Sartori ricorda, così, la sentenza della Corte Costituzionale che nel 2000 non ammise a referendum il quesito riguardante la materia dell'abolizione del monopolio INAIL e la dichiarazione, nel 2002, da parte della Corte di giustizia della Comunità europea della compatibilità del regime INAIL coi principi del Trattato sulla libertà di concorrenza: un parere basato "sul presupposto che l'Istituto non svolge attività d'impresa" e dove si precisa "che la copertura dei rischi di infortuni sul lavoro e da malattie professionali rientra nella previdenza sociale che gli Stati membri garantiscono".

Il carattere solidaristico incompatibile in un regime privatizzato - L'INAIL, sottolinea, ancora Sartori ha, inoltre, un "carattere solidaristico" (ovvero, provvede alla tutela dei lavoratori anche nel caso in cui il datore di lavoro non abbia versato regolarmente il premio assicurativo), "applica un sistema di aliquote contributive non proporzionale all'effettivo rischio assicurato (che, se molto elevato, viene sopportato da tutte le imprese che rientrano nella stessa classe)" e, infine - proprio al fine di garantire un'indennità media anche agli assicurati con reddito basso - non prevede corrispondenza tra le prestazioni e i contributi pagati. Principi solidaristici, per l'appunto che difficilmente le compagnie private potrebbero garantire allo stesso modo, "non valutando la convenienza di ogni singola polizza e, in presenza di un rilevante numero di infortuni, aumentando nettamente i premi fino al rifiuto del cliente per i settori più a rischio".

Gli interventi nel sociale e nel contenimento del deficit - A tutto questo va ricordato come l'INAIL - che, a seguito degli interventi del legislatore, oltre alla copertura assicurativa oggi assolve sempre più rilevanti funzioni di attività di prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento lavorativo - "grazie ai bassi costi di struttura e all'elevata massa critica (oltre 20 milioni di posizioni gestite con soli 9.600 dipendenti) ogni anno consegue utili rilevanti che vengono impiegati per opere di interesse sociale oppure depositati in tesoreria centrale a favore della collettività e a garanzia degli assicurati".

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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