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Il lavoro autonomo attira sempre meno giovani, il tempo scorre e la situazione non sembra cambiare: per alcune categorie professionali gli esami di Stato superati e i praticanti diminuiscono sempre di più.
Negli ultimi dieci anni, secondo i dati del Ministero dell’università e della ricerca, i giovani che hanno superato le prove per l’accesso alla professione sono stati 7mila in meno, in particolare, commercialisti e ingegneri dell’informazione hanno subito un notevole dimezzamento, rispettivamente -64% e -74%.
Le scelte dei nuovi giovani sono dettate da una serie di fattori, quali, i tempi troppo lunghi di inserimento e una sfiducia verso la laurea triennale.
È importante sottolineare che, accanto alle professioni caratterizzate da un calo di nuovi lavoratori, vi sono anche categorie che hanno subito un cambiamento positivo registrando un incremento, tra cui ingegneri civili e ambientali e, medici.
In un quadro generale, pertanto, la professione autonoma perde numeri e i primi cali registrati rappresentano un segnale di allarme. Inoltre, gli ordini professionali iniziano ad esser caratterizzati da soggetti che decidono di lasciare a metà il percorso intrapreso e, uno dei motivi di tale scelta potrebbe esser rappresentato dalle precoci opportunità di inserimento nella Pubblica amministrazione offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.