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Il 1° dicembre 2025 (slittamento del 30 novembre) ha concentrato scadenze fiscali importanti: secondi o unici acconti IRPEF, IRES, IRAP, imposte sostitutive (forfettari e regimi agevolati), cedolare secca e contributi previdenziali da versare con F24. Nello stesso giorno scadevano anche la LIPE del terzo trimestre 2025 (con sanzione autonoma in caso di omissione o ritardo), la rivalutazione di terreni e partecipazioni prevista dalla Legge di Bilancio 2025 (imposta sostitutiva 18% con perizia giurata) e l’imposta di bollo sulle e-fatture del terzo trimestre, spesso cumulata per effetto della soglia dei 5.000 euro. Se si è “bucata” la scadenza, occorre verificare cosa manca e attivare il ravvedimento operoso: la sanzione base per omessi/tardivi versamenti è 25%, ridotta al 12,5% se si paga entro 90 giorni; entro 15 giorni è proporzionata giornalmente. Con ravvedimento si pagano imposta, interessi e sanzioni ridotte. Per INPS valgono regole proprie.