Il 2022 per l’Italia si chiude in crescita, per quanto leggera. A certificarlo è l’Istat, con la pubblicazione del Pil 2022 corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, che nonostante la chiusura in negativo al -0,1% dell’ultimo trimestre, si attesta in aumento del 3,9% rispetto al 2021. Meglio anche di quanto stimato dalla Nadef del governo, che aveva fissato la crescita al 3,7%, e ancor più della Def che si fermava a una previsione, invece, del 3,3%. In linea con le rilevazioni dell‘Istituto nazionale di Statistica, anche quelle della Banca d’Italia che nel Bollettino economico di dieci giorni fa aveva annunciato un risultato vicino al 4%. Scongiurata, dunque, anche dal Mef, la possibilità di recessione per l’Italia, pur mantenendosi una condizione generale di incertezza economica, associata all’andamento dei prezzi e della disponibilità di materie prime, oltre che alle inevitabili ripercussioni della fase di restrizione monetaria a livello globale. La recessione, secondo le previsioni, rimane tuttavia una possibilità nel caso in cui si verificasse uno stop totale delle forniture energetiche della Russia all’Europa.
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