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La Cassazione (ord. n. 25267/2025) ha chiarito che l’obbligo di motivazione delle cartelle di pagamento va modulato in base al contesto: se la cartella è il primo atto impositivo, deve contenere tutti gli elementi utili a verificare la pretesa; se segue a una comunicazione di irregolarità chiara e completa (ex art. 36-ter D.P.R. 600/1973), è sufficiente il semplice richiamo a quest’ultima. Nel caso di detrazioni edilizie contestate, la Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate e rinviato la causa, demandando al giudice d’appello la verifica della chiarezza delle comunicazioni pregresse.
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