La seconda nota periodica dedicata ai contratti in somministrazione fornisce dati e indicazioni aggiornate al 31 maggio 2020 circa le reazioni della domanda di lavoro in somministrazione alla crisi sanitaria, ricorrendo all’archivio delle comunicazioni obbligatorie.
Dopo il picco negativo (-60,4%) registrato tra il 9 marzo e il 3 maggio dell’anno 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il numero dei rapporti di lavoro in somministrazione attivati tra il 4 e il 31 maggio continua a decrescere portando il valore assoluto delle attivazioni cumulate da gennaio a maggio 2020 a poco più di 389mila (contro le quasi 580mila dello stesso periodo dell’anno 2019).
Sono ancora le donne a far registrare la contrazione più marcata di nuovi contratti; per loro la variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è pari a -51,4% (contro il 46,5% della componente maschile).
Nel generale decremento trasversale a tutti i grandi gruppi professionali, la contrazione più significativa - in valori assoluti - ha riguardato le missioni lavorative afferenti alle attività commerciali e del settore alberghiero e della ristorazione che, al 31 maggio 2020, interessa il 24,4% delle attivazioni.
Analogo comportamento si manifesta per i lavori d’ufficio e impiegatizie e per le figure a medio-alta e alta qualificazione (le stesse che, pur residue come valori assoluti, ottenevano più spesso anche i contratti di lavoro in somministrazione a tempo indeterminato).
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