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21 Marzo

Autore: Ester Annetta
Secondo il calendario delle stagioni, è il giorno dell’equinozio di primavera, quello in cui il freddo dell’inverno lascia finalmente il testimone al tepore di giorni più lunghi e caldi.

Dai tempi dell’università, seguo un rituale che avevo instaurato con una mia cara amica d’allora e di sempre: la mattina del 21 marzo, apro il balcone, respiro profondamente e, guardando il cielo, dico forte: “Bentornata primavera!”.

A quei tempi lo facevamo insieme, io e lei, sul terrazzo del convitto di suore dove alloggiavamo. Poi quella modalità è stata sostituita da una telefonata e, ancora dopo, da un sms o da un messaggio wathsapp che la prima che si sveglia manda all’altra.

E a distanza di più di trent’anni quel rituale non si è ancora perso.

Da che mi ricordo, il 21 marzo è sempre stata una splendida giornata, come se anche la meteorologia volesse accordarsi con l’arrivo della nuova stagione, sottolineandone lo splendore e la ricchezza. Ed anche i giorni che precedono quella data hanno la stessa marca, come se intendessero preparare una cerimonia solenne di scorta al proclama ufficiale di un arrivo tanto atteso.

Non è diverso neppure quest’anno.

Nei giorni scorsi, ogni mattina ho spalancato il mio balcone per fare entrare la luce, il tepore del sole ed il cinguettio degli uccelli; ho scoperto nuovi boccioli e nuove foglie sui rami degli alberi in giardino e nei vasi sul davanzale; ho sentito lo stesso languore che ad ogni anima porta lo spettacolo della natura che si risveglia.

Perché la primavera si sente, si respira, si annusa, penetra sotto pelle.

E sembra esplodere più che mai ora che l’aria è finalmente libera dal peso dello smog: una sottile brezza ne porta i profumi, finalmente netti e distinguibili; sui rami degli alberi ogni mattina un coro fatto di mille cinguettii riempie il silenzio d’intorno, ed ogni sera il cielo si tinge di colori straordinari, salutando il sole che scompare dietro la linea dell’orizzonte, simile ad un obolo versato nel salvadanaio di un Dio buono come ringraziamento per un altro giorno che ci ha concesso.

Tutto sa di bellezza e di speranza in un tempo migliore.

Perché la primavera non lo sa che un morbo terribile sta decimando l’umanità; non lo sa che ogni giorno contiamo le vittime di un nemico che ci combatte senza armi; non lo sa che siamo chiusi tra le mura delle nostre case.

La primavera segue il suo corso, rispetta i suoi tempi ed il suo calendario, senza ferie obbligate né cassa integrazione. E, con la sua grazia dirompente, esplode ovunque, nei parchi chiusi, nelle ville abbandonate, tra le crepe dei marciapiedi e sui muri, ubriacandoci di colori e di profumi.

Nonostante tutto.

Accogliamola, allora, perché è un dono che la natura ci offre ancora, a dispetto della sofferenza e del dolore di questo tempo; è un messaggio di speranza che ricorda che tutto può rifiorire, anche laddove sembra esserci solo silenzio, solitudine, devastazione; è la luce alla fine di un lungo tunnel; è un miracolo che ripaga un estremo atto di fede.

Affacciatevi alle vostre finestre e ai vostri balconi e salutatela: Bentornata Primavera!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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