Sulla diatriba dei dazi che ha infiammato l’economia globale negli ultimi mesi arriva la parola fine. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea raggiungono l’intesa al termine di un incontro bilaterale tra il presidente americano Donald Trump e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: tariffe americane al 15% su auto, prodotti farmaceutici e chip.
Un accordo definito da Trump come la più grande intesa mai raggiunta, dello stesso parere la premier Giorgia Meloni che definisce l’accordo sostenibile. Ma è veramente così? Cerchiamo di fare il punto.
Che cosa prevede l’intesa
Facciamo un passo indietro. Una data difficile da dimenticare è senza dubbio il 2 aprile, il cosiddetto “
Liberation day”, il giorno in cui Trump ha annunciato nuovi dazi per ben 75 Paesi. La decisione sembrava irremovibile ma dopo qualche giorno il presidente americano ha fatto dietro front e ha concesso una
pausa di
90 giorni e una base del 10% a tutti i Paesi che hanno scelto la strada del dialogo e che non hanno messo in atto delle contromisure; tra questi rientra l’Unione Europea e, di conseguenza, l’Italia.
Tornando all’intesa siglata ieri, sono stati delineati
impegni economici di vasta portata. L’Unione europea si impegnerà ad acquistare dagli Stati Uniti energia per un valore di
750 miliardi di dollari e di investire
600 miliardi di dollari in più di quanto sta già investendo.
Settore automobilistico: tariffe al 15%
Al
settore automobilistico, farmaceutico e semiconduttori si impongono tariffe del 15%, mentre per acciaio e allumino si confermano
dazi al 50%. D’altra parte, l’UE accetterà di aprire i loro Paesi al commercio a dazi zero per gli Stati Uniti e di acquistare una grande quantità di equipaggiamento militare.
La reazione di Giorgia Meloni
La premier Giorgia Meloni giudica positivo il fatto che si sia trovato un accordo, confermando che un escalation commerciale tra Europa e Stati Uniti avrebbe avuto conseguenze imprevedibili e devastanti. La base al 15%, se ricomprende la base precedente dei dazi che in media erano al 4,8%, differentemente da quello che prevedeva il precedente accordo, che sommava quelli precedenti, è secondo una base sostenibile, dopodiché, ovviamente bisogna andare nei dettagli; queste le parole della premier.
I settori più colpiti
Nonostante la soddisfazione manifestata dalla presidente della Commissione UE e dalla premier Giorgia Meloni, il mondo produttivo non nasconde la propria preoccupazione. Settore automobilistico, dei macchinari e vinicolo sono tra le vittime più colpite dall’accordo. Si prevedono miliardi di euro di export destinati ad andare in fumo, per questo il presidente di Confindustria, a nome di tutte le imprese, chiede a gran voce all’Europa sostegni per le aziende colpite e propone di attuare un nuovo piano industriale per le imprese.
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