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Tra il 2010 e il 2019 la superficie agricola utilizzata è aumentata dello 0,9% anche se con una diversa evoluzione in relazione alle superfici destinate ai vari comparti produttivi.
I dati diffusi dall’Istat dimostrano la tendenza di lungo periodo a una trasformazione del complesso di scelte produttive attinenti all’agricoltura nel nostro Paese.
La superfice agricola utilizzata diminuisce del 3,7% per i seminativi, aumenta del 6,9% per foraggere e del 5,7% per le colture legnose.
I principali fattori all’origine di questi cambiamenti, indicati dall’Istituto nazionale di statistica, fanno riferimento all’innovazione tecnologica, all’evoluzione del mercato in termini di variazione nella domanda e maggiore concorrenza sui prezzi dei principali competitor e, al cambiamento climatico.
Evidente è l’impatto sulla filiera cerealicola che, in poco meno di 20 anni, ha complessivamente perso quasi 600mila ettari, rappresentando ad oggi meno della metà delle coltivazioni a seminativi, in particolare, in questi anni si è coltivato il 15% in meno di cereali e sono stati impiantati il 7% in più di fruttiferi.
Le coltivazioni di grano duro, invece, sembrano predisporsi a un aumento del 5,6% per il 2021 e tali investimenti potrebbero essere trainati da un incremento della domanda.
Lo scenario di cambiamento è evidente, è importante agevolare la trasformazione con conoscenza e innovazione ma è essenziale evitare di perdere terreno su coltivazioni strategiche.