27 marzo 2021

Compito a casa

Autore: Ester Annetta

“Il giorno 24 marzo 2021, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, hanno ritrovato identità i seguenti martiri qui inumati: Marian Reicher (gruppo VI, loculo 272) – Heinz Erich Tuchmann (Gruppo VI, loculo 275)”.

La tabella di bronzo che reca questa incisione è stata appena collocata all’ingresso del Mausoleo delle Fosse Ardeatine, accanto alle altre che già riportavano, in ordine alfabetico, i nomi di tutti i caduti, le cui salme giacciono riposte in singoli loculi, raggruppati e numerati, seguendo l’ordine della loro esumazione dalle grotte di pozzolana in cui furono ritrovate, ad imperitura memoria del crudele massacro perpetrato dai nazisti il 24 marzo 1944.

Il Presidente sosta silenzioso davanti a quelle file di loculi, chinando il capo e chiudendo appena gli occhi davanti ai due numeri accanto ai quali è stato finalmente inciso un nome, tributando un muto omaggio a quelle due identità che rendono ora più esatta ed incisiva la memoria.

Quella visita è un appuntamento importante e ricorrente per lui: il primo atto che aveva compiuto sette anni fa - ma in veste non ufficiale - appena eletto Presidente; quello che ha ripetuto ogni anno, il 24 marzo; l’ultimo, forse, del suo mandato, come a voler chiudere un cerchio in cui, in tutti questi anni, ha continuato a riversare le esortazioni all’unità, al ripudio dei terrorismi, e il richiamo delle coscienze al rispetto della vita e della solidarietà.

Pare, il suo, un atto di dolore comunitario, una muta richiesta di perdono a nome di tutto il popolo che rappresenta; ma è anche un autentico ed intimo omaggio, un gesto di riconoscenza verso tutti coloro che, con il proprio sacrificio, hanno piantato il seme della nostra democrazia.

Il suo incedere lento e calibrato, la serietà dell’espressione, rievocano quelli dello stesso uomo mite e discreto – prima ancora che l’istituzione che rappresenta – che il 25 aprile di un anno fa scalava la gradinata dell’Altare della Patria, in una Roma deserta e surreale, prigioniera d’un silenzioso assedio, per tributare onore ad altri caduti.

Non si veda l’istituzionalità di questi gesti. Si osservi, piuttosto, la grande lezione d’umiltà che contengono, elemento indispensabile per riconoscere gli errori d’un passato che è nostra eredità; si noti l’esempio di una coscienza libera e pura, anch’essa ingrediente necessario per poter ammettere – liberi da contaminazioni ideologiche e da pregiudizi – l’atrocità e la follia di azioni che non hanno reso affatto gloriosa la nostra storia. Soprattutto, si colga il tacito invito ad abbandonare l’indifferenza, al fine di poter riconoscere i valori che ci hanno consegnato le generazioni che ci hanno preceduto e per i quali hanno combattuto.

Mi vengono allora in mente le parole di Piero Calamandrei, che così concludeva il suo discorso sulla Costituzione agli studenti – tenuto il 26 gennaio 1955 nel Salone degli Affreschi della Società Umanitaria, a Milano – dopo aver ricordato i grandi nomi di tutti coloro che si erano battuti per la conquista della libertà civili e politiche sancite con quell’agognato documento:
“Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.

Davanti alla conquista d’una democrazia che ci consente oggi di esercitare i nostri diritti e ci consegna libertà censurate in altri tempi, facciamolo allora tutti questo compito a casa: ricordarci di onorare la memoria e il sacrificio anche di sconosciuti, sulla cui lapide funeraria non brilleranno mai precise identità a lettere d’oro.

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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