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L’estate che è stata

Autore: Ester Annetta
Breve, per chi nemmeno ha fatto a tempo ad accorgersi d’essere in ferie che era già tempo di tornare al lavoro;
calda, “la più calda degli ultimi cinquant’anni”, come ci si sente ripetere ogni anno e come probabilmente davvero sarà, dacché le disfunzioni generate dall’emergenza climatica ci assediano;
isterica o quieta, a seconda che si sia scelto di recuperare il tempo sottratto dalle reiterate chiusure con un via vai forsennato speso tra scali aerei e ferroviari o, viceversa, la comodità di un lettino parcheggiato in sosta perenne in riva al mare.

Dal punto di vista di quella che potremmo definire “percezione-individuale”, l’estate di noi italiani può, in linea di massima, riassumersi in questi pochi aggettivi; ma, a voler invece recuperare contorni più ampi e generali, di quelli per i quali la stagione che sta per finire sarà collocata nella memoria, sono ben altri i riferimenti determinanti. L’estate 2021 è stata anzitutto quella dello sport: dagli Europei di calcio vinti dalla nostra Nazionale, al secondo posto conquistato a Wimbledon da Matteo Berrettini; delle Olimpiadi, con l’inaspettato medagliere collezionato dall’Italia: 40 medaglie in tutto (10 ciascuna tra oro e argento e 20 di bronzo), il numero più alto di sempre, distribuito tra scherma, atletica, nuoto, ginnastica artistica e altre discipline. Un’olimpiade carica di emozioni oltre che di vittorie, in cui hanno trionfato la solidarietà (quella immortalata nell’abbraccio tra Tamberi e Barshim che, senza alcuna esitazione, hanno deciso di condividere il podio), la bellezza d’altri traguardi (come la soddisfazione della Pellegrini per la sua ultima gara, nella sua quinta olimpiade consecutiva, disputata per dire addio alla sua carriera) la semplicità del quotidiano in simbiosi con la gloria della vittoria (e penso alla premura tutta nostrana delle madri che chiedevano ai loro figli campioni se avessero mangiato).

E poi il Wta1000 di Montreal vinto da Camila Giorgi, che si è così presa la soddisfazione di mettere a tacere le critiche subite in questi anni per essere allenata da un uomo (suo padre) che non ha mai giocato a tennis, e ancora l’oro di Bebe Vio nelle Paralimpiadi.

Ma a bruciare non è stato solo l’ardore sportivo: l’Italia rovente dell’estate 2021 è stata anche quella degli incendi che, da Nord a Sud, l’hanno devastata, lasciando la traccia di profonde carie nere nei suoi panorami. Un’emergenza senza fine, che si ripete anch’essa ogni anno nello scenario di case evacuate, morti e mezzi di intervento troppo spesso insufficienti.

È stata, ancora, l’estate che ci ha lasciato con una grande perdita, quella che s’è portato via un uomo prezioso qual era Gino Strada, un “partigiano dell’umanità” come l’ha definito Marco Damilano, ricordandolo come “un leader naturale, un obiettore totale che rifiutava l’idea di arruolarsi sotto qualunque bandiera”. Un uomo cui “non piaceva la parola impossibile”, come ha dichiarato sua moglie, e che “ci ha insegnato che la guerra non è mai la soluzione, ma sempre il problema”.

Lui, che l’ Afghanistan ce l’aveva nel cuore - perché era stato lì che, nel 1989, era iniziato quell’inatteso impegno di chirurgo di guerra che l’aveva portato a maturare l’dea di Emergency, fondata cinque anni dopo - se n’è andato proprio quando in quella regione è tornato l’incubo talebano, un altro dei temi caldi di questa stagione quasi trascorsa.

E, su tutto, ancora il timore del “killer mondiale”, con le sue nuove varianti, l’altalena dei contagi, e quell’allerta a tratti dismesso o divenuto argomento da bar solo per concedere un po’ di tregua a vacanzieri ed esercenti commerciali, a discapito di una nuova impennata di casi e di possibili nuove chiusure non appena si tornerà alle maniche lunghe ed alle scarpe chiuse.

Un “bilancio d’esercizio”, quello estivo, che chiude anche simbolicamente quello di un intero anno, se si condivide l’idea che l’anno nuovo è in fondo quello che riparte da settembre, quando tra malinconia appena accennata e nuova vitalità guadagnata, si riprendono le fila di tutto ciò che è stato consapevolmente interrotto o rimandato, a cominciare dal contatto con una realtà.

Ora è tempo di ripresa… intesa in tutti i suoi significati.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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