Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, durante l’audizione del 18 giugno 2025 alla Camera, ha tracciato un quadro dettagliato e preoccupante del declino demografico italiano. Denatalità, invecchiamento e spopolamento sono oggi tra le sfide più gravi e trasversali del Paese, con impatti su economia, debito pubblico, coesione sociale e servizi fondamentali come scuola e sanità.
Il Governo ha risposto includendo ufficialmente la variabile demografica nei documenti di programmazione economica. L’obiettivo è ambizioso: rendere strutturali gli interventi su natalità, occupazione femminile, servizi per l’infanzia e sviluppo delle aree interne, affinché l’Italia non sia solo più ricca, ma anche più equa e vitale.
Una nazione che invecchia, i rischi per economia e finanza pubblica
Secondo il ministro Giorgetti, il calo della popolazione in età attiva metterà sotto pressione il sistema pensionistico, sanitario e assistenziale. Le proiezioni indicano che, già dal 2030, la forza lavoro inizierà a ridursi, e con essa anche la crescita del PIL potenziale. L’impatto dell’“ageing” (invecchiamento) è diventato un criterio centrale nelle valutazioni di sostenibilità del debito, sia in sede europea sia da parte delle agenzie di rating.
La produttività dovrà quindi essere sostenuta con investimenti in capitale umano, digitalizzazione e innovazione. In questo scenario, cresce il peso delle politiche che favoriscono l’occupazione femminile e giovanile, anche attraverso nuovi incentivi e il rafforzamento dei congedi parentali.
Focus sull’ISEE, verso una revisione profonda dell’indicatore
Tra le novità più rilevanti emerse in audizione, spicca l’avvio di un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio per rivedere l’attuale struttura dell’
ISEE. Dopo 12 anni dalla sua introduzione, molti parametri potrebbero non essere più adeguati a fotografare la reale situazione delle famiglie italiane. L’obiettivo della revisione è migliorare l’efficacia degli strumenti di
welfare – come l’
assegno unico, i bonus e le misure contro la povertà – legati proprio a questo indicatore.
La riforma punta a rendere l’
ISEE più aderente ai nuovi modelli familiari e alle mutate condizioni economiche, contribuendo così anche alla lotta contro la povertà minorile e a un miglior supporto alle famiglie numerose o fragili.
È fondamentale garantire alle
donne e alle famiglie maggiori opportunità di stabilità economica e crescita professionale. In questa direzione, risultano determinanti il rafforzamento dei congedi parentali, sia in termini di durata che di indennità, l’ampliamento del congedo di paternità per una più equa distribuzione dei carichi familiari, e la stabilizzazione, a partire dal 2025, dell’esonero parziale dai contributi previdenziali per le madri lavoratrici con due o più figli.
Le prossime mosse: bonus nascite, quoziente familiare e servizi territoriali
Tra le misure già in campo e quelle programmate spiccano: il bonus da 1.000 euro per i nuovi nati in famiglie con ISEE sotto i 40.000 euro, l’esonero contributivo per le madri con due o più figli, il riordino delle detrazioni tramite un nuovo “quoziente familiare” che premia chi ha più figli, e l’ampliamento del bonus asili nido.
In parallelo, il Governo rafforza l’housing sociale, la scuola a tempo pieno e i centri per la famiglia. Le politiche territoriali, in particolare al Sud, prevedono incentivi all’occupazione femminile e giovanile e investimenti in servizi di prossimità. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insieme al Piano Strutturale di Bilancio, rappresenta il motore di questi interventi.
La sfida demografica, ha ribadito Giorgetti, “non è solo statistica, è umana”. E richiede scelte coraggiose, coordinate e di lungo periodo per garantire un futuro sostenibile all’Italia.
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