2 agosto 2021

Le pagelle dei premier dopo un anno e mezzo di pandemia

Si salvano solo in tre: Merkle, Macron, von der Leyen, più l’extraeuropeo Biden. Gli altri, da Macron a Bolsonaro, bocciati soprattutto dai propri concittadini

Autore: Antonio Gigliotti
Merkel Angela, promossa. Draghi Mario, promosso. Von der Leyen Ursula, promossa. Il resto della classe ripete l’anno non riuscendo a raggiungere la sufficienza: buona fortuna a tutti.

Buttati sull’ironia, sono i risultati di un sondaggio sulla popolarità e l’efficacia dei leader europei dopo un anno e mezzo di pandemia. Un report realizzato dalla rete “Euroskopia” e sviluppato da “Swg” attraverso i dati raccolti da sei centri di ricerca in altrettanti paesi europei dal peso demografico importante: Italia, Germania, Francia, Spagna, Polonia e Austria.

Con voti da 0 a 10, la pagella della cancelliera tedesca, arrivata all’ultimo giro di valzer della sua esperienza politica, raggiunge un voto medio di 6,41 (per i suoi concittadini 6,15), inferiore alle aspettative per il giudizio negativo di austriaci e polacchi, ma che non le impedisce di svettare con 7,42. Se la cava anche il premier italiano Mario Draghi, nel giudizio europeo capace di raggiungere il 5,73, ma al contrario salito grazie agli italiani, che gli riservano un 6,47 totale. Se la cava, anche se raggiungendo a stento la sufficienza, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, bastonata proprio dai tedeschi, che non vanno oltre il 4,71.

Ma le buone notizie, per l’ipotetica classe formata da leader, finiscono qui: tutti gli altri rimediano sonore bocciature, tanto in patria quanto nel giudizio di chi guarda da fuori. Idealmente, dovrebbero ripetere l’anno il francese Emmanuel Macron, l’austriaco Sebastian Kurz, il polacco Mateus Morawicki, l’olandese Mark Rutte e lo spagnolo Pedro Sánchez, il peggiore dei compagni di merende, con una valutazione di 5,27 per gli europei e drasticamente abbassata dai suoi concittadini, il cui giudizio non supera il 4,26.

Nelle file dei peggiori anche il cervellotico premier inglese Boris Johnson, l’irascibile Vladimir Putin, l’enigmatico Xi Jinping e il sovranista brasiliano Jair Bolsonaro, tutti abbondantemente lontani dalla sufficienza. Unico extraeuropeo a salvare l’annata è il presidente americano Joe Biden, che rimedia un 6,21 finale grazie alla massiccia campagna vaccinale varata in tempi record. Lo stesso motivo per cui il 44% degli europei giudica la campagna vaccinale unitaria dell’Europa come gestita bene, a fronte del restante che al contrario pensa sia stata confusa e pasticciata. Nel complesso, l’operato di Bruxelles è considerato migliore di molti altri paesi come Cina, Russia e Brasile.
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