16 giugno 2021

PNRR: il Piano Transizione 4.0 rappresenta un’evoluzione del precedente programma Industria 4.0

Investimenti sui beni 4.0: il credito d’imposta fino al 50% nel 2021

Autore: Redazione Fiscal Focus
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nella prima delle sue sei missioni si pone l’obiettivo di dare un impulso decisivo al rilancio della produttività e della competitività del Sistema Paese. Digitalizzazione e innovazione sono centrali, e le risorse ammontano a oltre 40 miliardi di Euro.

Le misure di incentivazione fiscale incluse nel Piano Transizione 4.0 costituiscono un elemento chiave della strategia complessiva rivolta all’incremento di produttività, competitività e sostenibilità del sistema economico. Secondo quanto riportato nel testo del PNRR, il Piano Transizione 4.0 rappresenta un’evoluzione del precedente programma Industria 4.0, introdotto nel 2017, rispetto al quale differisce in tre elementi:
  • l’ampliamento dell’ambito di imprese potenzialmente beneficiarie grazie alla sostituzione dell’iper-ammortamento con appositi crediti fiscali di entità variabile a seconda dell’ammontare dell’investimento;
  • il riconoscimento del credito non più su un orizzonte annuale, ma osservando gli investimenti effettuati in tutto il biennio 2021-2022;
  • estensione degli investimenti immateriali agevolabili e aumento delle percentuali di credito e dell’ammontare massimo di investimenti incentivati.

Attraverso il sostegno alle imprese che investono per innovare i propri processi produttivi, si vuole ridurre, pur non riuscendo completamente, l’incertezza del quadro macroeconomico post-Covid19.

Nel dettaglio, vengono riconosciuti dei crediti d’imposta alle imprese che investono in:
  • beni capitali;
  • ricerca, sviluppo e innovazione;
  • attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze.

La prima tipologia di crediti viene riconosciuta in seguito all’investimento in tre tipi di beni capitali, i c.d. “beni 4.0” definiti dalla Legge n. 232/2016 (Allegati A e B), e i beni strumentali non di natura tecnologica ma pur sempre strumentali all’attività dell’impresa. In tal proposito, è bene sottolineare che questi ultimi rientrano nei fondi nazionali dello scostamento di bilancio in quanto la Commissione Europea si è dimostrata, in precedenza, contraria al finanziamento del PNRR in beni non realmente digitali.

La Legge n. 178/2020 (c.d. Legge di Bilancio 2021), art. 1 comma 1051 e seguenti, stabilisce le modalità di applicazione dei crediti d’imposta, riconoscendoli per un arco temporale non più annuale ma biennale, 2021-2022.

In particolare, secondo quanto stabilito dall’art. 1 comma 1051 “A tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa, che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022, ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione, è riconosciuto un credito d’imposta alle condizioni e nelle misure stabilite dai commi da 1052 a 1058, in relazione alle diverse tipologie di beni agevolati”:
  • i beni strumentali materiali 4.0 avranno un credito di imposta del 50% nel 2021 e del 40% nel 2022 per le spese inferiori ai 2,5 milioni di euro; tra i 2,5 milioni e i 10 il credito sarà pari al 30% nel 2021 e al 20% nel 2022, mentre, per una spesa corrispondente ad una cifra tra i 10 e i 20 milioni (esclusa), il credito corrisponderà al 10% per entrambi gli anni;
  • i beni immateriali 4.0 avranno un credito d’imposta del 20% con una spesa fino a 1 milione di euro nel intero biennio;
  • i beni strumentali di natura diversa da quella tecnologica prevedono un credito d’imposta del 10% nel primo anno, e del 6% nel secondo.
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