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Dagmar Turner giace distesa, mentre imbraccia il suo violino e suona un brano di Gershwin. Ha gli occhi chiusi, come se seguisse mentalmente le note, abbandonandosi a quella melodia. Sembra incorniciata in mezzo a dei teli azzurri, da cui spuntano solo il viso, le mani e lo strumento. Alle sue spalle, dietro una tendina di plastica lucida e trasparente, due medici in tenuta da sala operatoria sono concentrati attorno alla sua testa, dietro cui le loro mani scompaiono.
L’immagine è molto suggestiva e surreale al tempo stesso, perché quella che ritrae non è la strana posa studiata da un qualche bizzarro artista, ma la sequenza di un autentico intervento chirurgico.
Si chiama Awake Surgery (letteralmente intervento chirurgico da sveglio) ed è una tecnica neurochirurgica che consiste nell'apertura del cranio per la rimozione di un tumore, mentre il paziente rimane sveglio e risponde agli stimoli richiestigli dallo staff, al fine di monitorare che non vengano compromesse zone del movimento, della memoria e del linguaggio.
Solitamente la richiesta è quella di recitare poesie, ripetere le tabelline, eseguire piccoli esercizi motori. Ma nel caso di Dagmar l’esigenza di cui i medici non hanno potuto non tener conto è stata un’altra: la donna suona il violino da quando aveva 13 anni e oggi, che ne ha 53, è violinista nell'orchestra sinfonica dell'Isola di Wight. Le era stato diagnosticato un tumore al cervello a crescita lenta nel 2013, ma lei aveva chiesto di poter aspettare ad operarsi finché non avesse più potuto rimandare. L'idea che l’intervento potesse compromettere i suoi movimenti o la sua memoria, impedendole di continuare a suonare, le spezzava il cuore.
Così, lo scorso 31 gennaio, i medici del King's College di Londra, sotto la guida del professor Keyoumars Ashkan (che ama la musica ed è un abile pianista), hanno eseguito con precisione millimetrica l’intervento di rimozione del tumore, ricorrendo alla tecnica dell’Awake Surgery, per assicurarsi che nulla andasse storto ed impedisse a Dagmar di poter continuare a suonare.
La violinista è stata prima anestetizzata per consentire l'apertura della scatola cranica; poi è stata risvegliata e le è stato chiesto di suonare. Lei, affidando al suo violino brani di Gustav Mahler e George Gershwin, per cinque ore ha fatto da sottofondo al lavoro dei medici mentre l’operavano, esibendosi nel concerto più importante della sua vita.
Durante l'intervento chirurgico eseguito con la tecnica dell’Awake Surgery, il neurochirurgo esegue la mappatura corticale per identificare le aree vitali - chiamate "cervello eloquente" - che non devono essere intaccate durante la rimozione del tumore. Nel caso di Dagmar si è trattato di asportare il tumore dal lobo frontale destro del cervello, vicino alla zona che controlla i delicati movimenti della mano sinistra, fondamentali per suonare il violino.
I chirurghi sono riusciti a rimuovere il 90% del tumore e, tre giorni dopo l'intervento, Dagmar è tornata a casa, senza alcuna compromissione.
Apparsi spesso in episodi di serie televisive “a sfondo medico”, si sarebbe potuto pensare che gli interventi eseguiti con la tecnica della Awake Surgery fossero una finzione. Si tratta invece di una modalità sperimentata all’estero già da una decina d’anni ma che anche in Italia è stata utilizzata con successo. Dagmar non è, infatti, la prima violinista ad aver suonato il suo strumento durante l’intervento: nel 2017 al Sant'Anna di Ferrara un musicista professionista è stato operato mentre suonava il clarinetto; ad aprile del 2019, all'ospedale SS. Annunziata di Taranto un’altra violinista di 23 anni ha tenuto il suo concerto per la vita mentre le asportavano il tumore dal cervello e, a novembre dello stesso anno, al Bufalini di Cesena, un insegnante e cultore di musica jazz è stato operato mentre suonava il piano.
I progressi della medicina e delle nuove tecniche d’intervento rendono indubbiamente merito alle straordinarie competenze dei chirurghi; ma, mai come in questo caso, offrono anche spunto per rivelare la grande sensibilità che accompagna un lavoro delicato e coscienzioso com’è quello di salvare una vita, quando non si tratti solo di sconfiggere un male fisico ma di proteggere un universo di passioni, amore, creatività di cui l’integrità del corpo e della mente sono solo strumenti.