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Spesso si parla dell’Italia come “fanalino di coda” dell’Unione Europea sotto vari aspetti.
Quando però ci riferiamo agli Investimenti per Ricerca & Sviluppo, parliamo del vero motore dello sviluppo economico di un Paese.
Desideriamo però approfondire questo argomento per comprendere come noi Professionisti - a fianco delle PMI – possiamo stimolare investimenti in R&S, contribuendo in maniera determinante a migliorare la situazione.
Secondo Enea – nell’ultimo numero del suo Magazine a firma di Alessandro Coppola, Direttore Innovazione e Sviluppo – il quadro dello stato di salute dell'Italia in merito alla sua capacità di fare innovazione è sconfortante.
l'Italia, infatti, è fra gli ultimi in classifica nell'Unione Europea per Ricerca e Sviluppo, navigando a distanze siderali dai Paesi coi quali competiamo.
I dati di riferimento - Cominciamo con l’analizzare i dati macroeconomici e cerchiamo di dare un’interpretazione che ci sarà utile a comprendere come noi Professionisti possiamo contribuire - in maniera determinante - a stimolare investimenti in R&S.
Partiamo con l’osservare a quanto ammontano gli investimenti fatti nel 2021 in Italia rispetto al PIL.
L’investimento complessivo è stato di circa l'1,4% del PIL contro una media europea che si assesta intorno al 2,2% con punte massime (toccate dalla Germania) pari al 3% di PIL.
Entrando più in dettaglio su questi numeri scopriamo che l'1,4% italiano è composto da uno 0,9% di investimento privato e da uno 0,5% di ricerca pubblica.
Anche la media europea si attesta sul 1,4% di investimento privato contro uno 0,8% di ricerca pubblica.
Si noti che la proporzione tra investimenti pubblici e privati, sia in Italia come in Europa, è la medesima.
Tale proporzione è stata certificata anche da uno studio commissionato dal governo britannico nel 2020: ad un euro di investimento pubblico corrispondono due euro di investimento privato.
Possiamo quindi affermare che in Italia è proprio la carenza di investimenti pubblici (che fungerebbero da “traino”) a frenare gli investimenti privati deprimendo la R&S italiana.
Il ruolo dei commercialisti e la finanza agevolata- La funzione decisiva dei Commercialisti e di tutti i professionisti a fianco delle PMI, si esplica all’interno della dinamica tra i flussi di investimento pubblici e privati.
I Professionisti hanno quale primo compito quello di intercettare gli investimenti pubblici che arrivano sotto forma di finanza agevolata per proporli al proprio cliente Imprenditore, spesso distratto da attività quotidiane.
I Venture Capitalist - La progressiva globalizzazione dei mercati e dei capitali ha già portato gli investitori a muoversi ben oltre quelli che sono i propri confini nazionali.
Dobbiamo quindi intercettare questi capitali grazie ai marketplace, a disposizione dei Professionisti, dove si possono scambiare informazioni ed operazioni.
Bisogna concentrarci non sul falso problema della carenza di Venture Capitalist ma sul problema di come aiutare le PMI a rendere appetibile quello che hanno. In altre parole, se manca l’attrattiva non convinciamo gli investitori.
La “valle della morte” - Vinceremo se miglioreremo il cosiddetto “passaggio del testimone” dal mondo della ricerca al mondo dell’industria.
La criticità sta proprio nel passaggio di consegne tra mondo della ricerca – da una parte - ed industria dall’altra.
Questo passaggio crea come una “valle della morte”: uno spazio vuoto all’interno del quale la ricerca esaurisce il proprio lavoro e smette di lavorare mentre l’industria ancora non se la sente di riprendere quella ricerca ed investire per individuare le applicazioni pratiche.
I Professionisti sono quindi il “collante” e cioè la spinta ad intercettare il denaro (che possiamo raccogliere) affinché questo trovi la convenienza ad entrare e colmare il “gap”, avvicinando questi due mondi (ricerca e applicazione pratica) consentendo: