Dai dati di Nielsen-Upa si evince la gravissima crisi del settore della pubblicità sui cartelloni stradali, che ha messo a rischio 50 mila posti di lavoro e conseguentemente ha comportato nell’intero settore una perdita del 70%, solo nel mese di febbraio, rispetto al 2020.
Gli operatori della pubblicità esterna sono scesi in piazza a protestare a Montecitorio, a causa del fermo della mobilità che si protrae da un anno e implica un freno nell’investimento cartellonistico da parte delle aziende. I manifestanti chiedono al Governo la proroga del Canone Unico, delle cartelle esattoriali e degli accertamenti, e sollecitano il credito d’imposta come per la pubblicità su radio, tv e giornali e dei sostegni per il settore specifico.
Si evidenzia che le aziende della pubblicità esterna non hanno avuto a disposizione dei ristori specifici, delle agevolazioni che gli consentissero di occupare il suolo pubblico, come avvenuto per bar e ristoranti, nessun credito d’imposta e nessun rinvio degli accertamenti esattoriali, a differenza di altri settori.
Inoltre, dal 1° gennaio 2021 è entrato in vigore il Canone Unico, la nuova tassa che accorpa il così detto canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria. Il presupposto del Canone è la diffusione di messaggi pubblicitari mediante impianti installati, su aree appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile degli enti e su beni privati. In tal modo la situazione risulta essere complessa, infatti ogni comune impiega un proprio regolamento, diverso dagli altri, e ad oggi anche le Province richiedono i tributi. Le aziende pubblicitarie, di conseguenza, devono pagare delle tasse più dispendiose, senza l’opportunità di poter compiere delle adeguate previsioni di bilancio e rischiando così il fallimento.
La Pubblicità Esterna, invece, è molto utilizzata in città, infatti con la metà dei propri ricavi collabora al miglioramento dell’arredo urbano e alle risorse per gli enti locali per garantire servizi. La mobilità pulita e l’innovazione tecnologica, utilizzando le pensiline spot wi-fi ed il bike sharing, ovvero la “condivisione di una bicicletta”, hanno creato delle smart city. Con il termine smart city si intende una città dove il capitale infrastrutturale, legato alle infrastrutture tecnologiche, insieme al capitale umano, al capitale ambientale e sociale, vengono massimizzati. In conclusione, gli investimenti pari a 600 milioni di euro annui hanno contribuito al miglioramento delle infrastrutture di mobilità, quali aeroporti, metropolitane e trasporto pubblico su gomma.
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