3 maggio 2021

Stimati 1 milione di posti lavorativi entro il 2023: l’importanza delle politiche attive

Autore: Redazione Fiscal Focus

L’occupazione nel 2020 ha subito un forte decremento, ma Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, secondo le stime, avrà un impatto significativo sulla crescita economica e della produttività. In questo contesto risulta fondamentale la valorizzazione e il rafforzamento dell’integrazione delle politiche attive per gestire al meglio la transizione occupazionale.

L’impatto del PNRR sull’occupazione – A causa dell’emergenza sanitaria il 2020 è stato caratterizzato da una forte perdita di posizioni lavorative e, in relazione a ciò, il Piano di Ripresa e Resilienza comprende un ambizioso progetto di riforme. Secondo quanto espresso dagli esperti, sulla base dei dati riportati nel piano, nel 2023 l’incremento dei posti di lavoro sarà pari a un milione con un saldo occupazionale attivo pari a 300mila unità.

Nel 2026, le stime parlano di un aumento dell’occupazione femminile, e nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni gli occupati in più saranno 90mila.

Il PNRR avrà un impatto significativo sulla crescita economica, sulla produttività e sull’occupazione. Si prevede, infatti, che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base, e nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali.

L’importanza delle politiche attive – Le politiche attive del lavoro sono politiche finalizzate al sostegno dell’occupazione, e l’obiettivo principale consiste nel reinserimento del soggetto disoccupato nel mondo del lavoro.

Secondo quanto esposto dall’economista Andrea Garnero, le politiche attive ricopriranno un ruolo centrale per ottenere un numero di lavoratori che sia sufficiente alle richieste delle imprese.

Nel Piano i miliardi destinati alle politiche attive sono 4,4 e rientrano nei 6 miliardi messi a disposizione per le misure del lavoro. Esattamente come si legge nel testo “l’obiettivo è quello di sostenere l’occupabilità dei lavoratori in transizione e disoccupati, mediante l’ampliamento delle misure di politica attiva del lavoro, nell’ambito del nuovo Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL)”.

In relazione a quanto suesposto, ricordiamo che la Legge di Bilancio 2021 ha introdotto la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori e ha esteso l’Assegno di Ricollocazione (AdR) anche a disoccupati e cassaintegrati.
Il nuovo programma di Garanzia Occupabilità dei Lavoratori è ancora da scrivere, e il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, afferma che l’obiettivo è quello di ottenere un testo entro luglio, pur essendo un lavoro difficile. Allo stesso tempo, l’Assegno di Ricollocazione sembra essere ancora non operativo.

La componente “Politiche per il Lavoro” mira ad accompagnare la trasformazione del mercato del lavoro con adeguati strumenti che facilitino le transizioni occupazionali, migliorando l’occupabilità. Diventa essenziale accompagnare il tutto con decisioni politiche inerenti in modo da non ripetere errori pregressi, non sprecando così una grande occasione di ripresa per il Paese.

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