8 aprile 2020

Caro Direttore...

Decreto liquidità: prime considerazioni preliminari

Autore: Domenico Calvelli
Premesso che occorrerà attendere il testo definitivo del cosiddetto decreto liquidità e le procedure che ne discenderanno, si possono sin da ora trarre alcune considerazioni.

I 400 miliardi dichiarati a favore delle imprese dovrebbero provenire dal sistema bancario; lo Stato avrà il ruolo di prestatore di garanzie.

Si è parlato di garanzie per permettere alle imprese di ottenere finanziamenti che saranno vincolati agli obblighi di non licenziare e di non trasferire la produzione all'estero, oltreché di non distribuire dividendi. Le garanzie dovrebbero essere al 90% per le grandi imprese, al 100% per autonomi e piccole imprese che richiedano finanziamenti sino a 25.000 euro, al 100% (ma con 90% di garanzia dello Stato e 10% di Confidi) fino a 800.000 euro, del 90% fino a 5.000.000 di euro.

Occorre impedire assolutamente che l'Europa si metta di traverso sul tema delle garanzie previste dalla nuova disposizione.

Si è scelto quindi con questo provvedimento di agire sulla leva del debito privato, cioè quello, seppur garantito dallo Stato, delle imprese verso il sistema bancario.

Per giudicarne l'efficacia, occorrerà verificare quali saranno le tempistiche, che dovranno essere rapidissime, e le procedure burocratiche di erogazione, che dovranno essere praticabili e semplici.

Naturalmente si tratta di una scommessa su di una ripresa futura, quando terminerà la pandemia e verrà riaperto il Paese.

Non si è scelto di agire massicciamente, come negli Stati Uniti d'America, sulla cosiddetta leva dell' "helicopter money"(in realtà, in piccolo, l'indennità dei 600 euro si avvicina, però con grandi difficoltà burocratiche, a questa misura), cioè dell'erogazione a pioggia di denaro per rilanciare e difendere i consumi. Va detto, in tutta onestà, che il trasferimento diretto di liquidità sui conti correnti privati è certamente più facile in America che in Italia, avendo gli USA a disposizione un istituto di emissione quale la Federal Reserve.

Si spera anche nella semplicità pratica di richiesta di tutti questi benefici e di non assistere a testi normativi con troppi distinguo e busillis, che non farebbero altro che invalidare, almeno in parte, una misura economica di questa portata.

Certamente anche misure di contribuzione diretta a fondo perduto a favore di soggetti produttivi (imprese e professionisti) in regola con il Fisco potrebbe essere una strategia da valutare per il rilancio del Paese.

Bene infine, in attesa di dettagli, la difesa ad oltranza degli asset strategici nazionali, il cosiddetto "golden power", da rafforzare magari con la realizzazione di un credito d'imposta per la rilocalizzazione in Italia di imprese partecipate da soggetti italiani ma oggi collocate all'estero.

E, per il futuro, una seria deregulation normativa ed una massiccia semplificazione burocratica dovrebbero essere l'atout per tentare il rilancio dell'economia nazionale.

Da evitare come la peste un aumento della tassazione, sotto qualsiasi forma (patrimoniale, Ires, Irpef, successioni, imposte indirette di varia natura), che andrebbe esattamente nella direzione opposta, facendo precipitare il Paese in una lunghissima recessione, incrementando la disoccupazione e facendo fuggire gli investitori a gambe levate.

Si tratta, per doverosa chiarezza, di commenti provvisori, in attesa del testo definitivo e dei dettagli operativi, in modo da avere maggior contezza delle misure annunciate.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy