La professione del commercialista, le specializzazioni, la rotazione degli incarichi, il contenimento dei costi, l'efficienza e la trasparenza, la partecipazione delle Casse di Previdenza ed Associazioni nella formulazione di pareri su leggi inerenti la professione: sono stati questi alcuni dei temi al centro dell’audizione dell’AIDC (Associazione Italiana Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) da parte del Consiglio Nazionale in ordine alla riforma dell’ordinamento professionale. L’AIDC ha presentato ed illustrato il documento, formato dalla commissione presieduta dal dott. Antonio Ortolani e deliberato dal Consiglio direttivo dell’associazione dopo un percorso di condivisione con i Presidenti delle sezioni locali e con gli iscritti.
"L’ordinamento professionale è una norma di estrema complessità, nella quale si fondono due corpi giuridici. L’uno riguardante l’oggetto della professione ed il suo servizio, l’altro le norme di funzionamento degli enti ordinistici, nazionale e locali. La riforma di una tale noma prevede competenze elevate e tempi adeguati. AIDC si augura che il tempo e la partecipazione siano ampie: si intende modificare la nostra Costituzione, compito che non può essere eseguito né frettolosamente né in un consesso ristretto. In tal senso si accoglie favorevolmente la manifesta volontà del CN di procedere in maniera corale, come dimostrato anche negli incontri odierni con le Associazioni di Categoria". Per l'Associazione "non può non cogliersi l’occasione per attribuire al Dottore Commercialista la funzione di incaricato di un pubblico servizio. La devoluzione alla nostra categoria di ampie fasi del procedimento amministrativo è un dato di fatto (certamente in ambito tributario) e deve assurgere a stato di diritto: il Dottore Commercialista deve divenire l’interlocutore cardine, qualificato e riconosciuto, tra la Pubblica Amministrazione ed il cittadino".
In tema di specializzazioni, "fermo restando un dibattito tutt’ora aperto sul contenuto delle specializzazioni, esse devono essere improntate all’effettiva elevazione qualitativa. E’ imprescindibile che si possa accedere alle specializzazioni solo se in possesso di laurea specialistica o a ciclo unico ed avendo sostenuto l’esame di Stato. Le specializzazioni devono essere tenute esclusivamente con percorsi di grado e qualità universitaria con esame di accesso, percorso formativo teorico pratico, esame finale. L’esperienza non può mai essere sostitutiva di tale percorso potendo, al più, consentire l’abbreviazione del percorso formativo pratico". Inoltre "l'incompatibilità deve essere sostanziale: vi deve essere il divieto assoluto della possibilità di esercizio della professione mediante società od enti che determino la elusione dell’obbligo previdenziale e deontologico". Aidc ricorda inoltre come "le rotazione delle cariche pubbliche nell’ambito della categoria siano un valore assoluto. Eventuali eccezioni circa la esiguità di colleghi disponibili ha come solo rimedio accorpamento degli ordini di minore entità". Sul contenimento dei costi, efficienza, trasparenza "si ritiene che si debbano perseguire queste finalità mediante l’adozione di misure contabili ed amministrative specifiche in seno agli ordini locali ed al consiglio nazionale: consolidamento di ordini e società/enti strumentali; adozione di processi pubblicistici di acquisizione di personale, beni e servizi anche negli enti strumentali, processo di approvazione del bilancio del consiglio nazionale". Infine si chiede "la partecipazione delle Casse di Previdenza ed Associazioni nella formulazione di pareri su leggi inerenti la professione".
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