Il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, agli artt. 27 e 28 ha previsto una indennità di euro 600,00 a favore:
- dei liberi professionisti titolari di partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 e dei lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla “gestione separata”;
- dei lavoratori iscritti alle Gestioni speciali dell’AGO, artigiani, commercianti, coltivatori diretti, mezzadri e coloni, comprendendo anche le figure degli imprenditori agricoli professionali iscritti alla gestione autonoma agricola, nonché i coadiuvanti e coadiutori artigiani, commercianti e lavoratori agricoli iscritti nelle rispettive gestioni autonome.
Anche se non espressamente richiamati dalla Circolare Inps n. 49 del 30.3.2020, a parere di chi scrive, appartengono anche a quest’ultime categorie appartenenti alle predette gestioni previdenziali, anche i soci di società di persone e gli amministratori di s.r.l. “commerciali”, semprechè regolarmente iscritti alla relativa gestione ( artigiani o commercianti).
Né la Legge, né i documenti di prassi dell’INPS, prevedono esclusioni dall’indennità in presenza di posizioni debitorie rateizzate o in corso di rateazione sia amministrativa che esattoriale.
Le indennità di cui sopra, come previsto dalla Legge, sono erogate dall’INPS, previa domanda da presentare a partire dal primo Aprile, nel limite di spesa complessivo di 2.363,4 milioni di euro per l’anno 2020.
In presenza di un plafond di spesa è ragionevole immaginare che potrebbero esserci delle limitazioni nelle erogazioni nel breve periodo, ed è conseguentemente, altresì, ragionevole, ipotizzare che i soggetti beneficiari abbiano interesse ad accedere immediatamente alle istanze per essere certi di ricevere l’indennità nel più breve tempo possibile.
Alla luce delle superiori considerazioni, la confusione ingenerata dal Governo e dall’INPS in persona del suo Presidente ( con annunci e smentite dell’ultim’ora) sull’”essere o non essere” in presenza di un
click day, è stata certamente deleteria non solo per i professionisti addetti ai lavori, ma soprattutto per i contribuenti beneficiari del sussidio laddove, ognuno di questi, doveva essere libero di trasmettere la propria domanda con gli strumenti telematici della “potente macchina” messa a disposizione dell’Istituto Previdenziale, come e quando lo avesse ritenuto possibile sulla base delle proprie esigenze domestiche o lavorative Così non è stato, la corsa al click è iniziata fin dalle primissime (ancora notturne) ore dell’alba per poi continuare nei normali orari d’ufficio … Risultato ?
I primi contribuenti delle ore notturne, fortunatissimi, gli altri, a partire dalle ore 8,00 sfortunatissimi a causa dei continui blocchi del sistema; si è passati quindi dall’annunciato semplice CLICK ad un vergognoso TILT.
E’ questa la potente macchina dell’INPS che proprio in questo momento particolarmente delicato doveva funzionare alla perfezione ?
O la perfezione (telematica intendo) è solo richiesta a noi Commercialisti che abbiamo sempre dovuto attrezzarci, a nostre spese, per conformaci ai sistemi telematici di trasmissione degli adempimenti INPS e dell’Agenzia delle Entrate ( da ultimo la fatturazione elettronica) ?
La risposta è chiara: emerge una palesa inefficienza del SISTEMA nonostante gli annunci di aiuti immediati diffusi in questo momento di grande difficoltà.
In ultimo non entro nel merito del contenuto della domanda telematica, ma mi limito solo ad osservare che, anche in questo caso, la compilazione sta ingenerando in molti parecchia confusione, laddove si chiede al contribuente la propria posizione contributiva richiamando norme che il contribuente potrebbe non esattamente conoscere.
Ma se il soggetto ha avuto accesso alla piattaforma mediante il proprio codice fiscale e che, conseguentemente, l’INPS conosce a quale categoria previdenziale egli appartenga, che necessità c’è di chiedere dati di cui l’Istituto è già in possesso? Forse perché sbagliando categoria di iscrizione potrebbe esservi un diniego della domanda che libererebbe risorse?
Auguro buona fortuna a chi nei prossimi giorni riuscirà certamente in modo più agevole a trasmettere l’istanza ma non avrà altrettanta certezza di ricevere, almeno nel breve, il sussidio.