22 gennaio 2019

Sconcertati ed indignati

UNAGRACO Comunicato Stampa

La rivoluzione digitale nel mondo moderno ha senza ombra di dubbio provocato una drastica riduzione dei posti di lavoro negli ambiti più disparati. E questa rivoluzione, per quanto palpabile e significativamente insinuatasi in tutti i tessuti, non ha risparmiato nemmeno noi: Commercialisti.

Le nostre molteplici attività (consulenza amministrativa, gestionale, societaria, contabile, fiscale, revisione contabile, revisione legale, revisione enti locali, perizie, consulenze tecniche, liquidazioni, passaggi generazionali, ecc...) sono oggi fortemente compromesse a causa del tempo che ci viene sottratto dall'adeguamento richiestoci, anzi, imposto dalle esigenze fiscali del Governo, che evidentemente ci considera degli “addetti” alla compilazione delle dichiarazioni e non solo, evidentemente (vedi F.E.), ed all'invio telematico; per noi, di contro, tutto questo è solo un aspetto, quasi un corollario, della realtà della nostra Professione.

Eravamo abituati alle poche pagine delle dichiarazioni dei redditi e dell’IVA , da depositare rigorosamente a mano o spedite a mezzo servizio postale. Noi commercialisti eravamo pronti ad eseguire rigorosamente le istruzioni ministeriali, pronti alle levatacce in fila innanzi agli Uffici Provinciali IVA o presso gli Uffici Comunali.

In seguito le pagine sono diventate decine e decine, perché le informazioni inviate agli Uffici finanziari “erano insufficienti”. E noi, eravamo pronti a leggere centinaia di pagine di istruzioni per compilare le centinaia di pagine che i modelli iniziavano ad accogliere, ma pronti anche a sobbarcarci i costi di carta, stampanti e inchiostro.

Nessuno ha detto nulla, nessuno era presente; abbiamo accettato così, senza colpo ferire il tentativo ancora in corso di demolizione della nostra categoria.

A seguire siamo stati anche pronti a rispondere all’esigenza degli Uffici di “unire” i vari modelli che, a loro volta, non richiedevano più la carta carbone per le varie copie, ma si trasformavano in “file” cioè degli aggregati di dati “digitali”, iniziando a diventare sempre più cogente la necessità di adeguare costantemente gli strumenti necessari per lavorare (computer, modem, scanner, reti digitali).

Pertanto il lato “dichiarativi” veniva così mutato se non stravolto completamente. A seguire anche il lato “pagamenti/riscossioni” iniziava la sua corsa verso la digitalizzazione, così qualcuno ancora una volta decideva per noi e per le imprese, di lasciare a casa i vecchi modelli cartacei per transitare definitivamente verso i modelli F24 telematici dove i costi (in termini di tempo, risorse lavoro, carta, ecc.) erano e sono ben lungi dal concetto di semplificazione e maggiori economie.

Semplificazioni … per chi? Abbiamo ben compreso per cosa, ed il fine era condiviso! Ma la semplificazione è ben altro, non è certo un insieme di norme che demandano al “contribuente” (leggasi Commercialista) le mansioni dei dipendenti degli Uffici ministeriali.

Ed ora siamo qua, in pieno terzo millennio, a rispondere ancora una volta: SIAMO PRONTI!

Ligi ad un dovere pari a dipendenti dell’Agenzia delle Entrate, ma non assunti e non retribuiti, ad affrontare la nuova rivoluzione della Fatturazione Elettronica. Pronti a dedicare ulteriore tempo a formare dipendenti, praticanti e collaboratori sulla nuova piattaforma necessaria per la gestione del nuovo sistema di FE. Pronti al cambiamento dei nuovi processi interni di studio. Pronti a nuovi investimenti in PC e monitor più performanti in vista della diversa acquisizione dei dati dei nostri clienti. Pronti comunque e sempre all’appello del Ministero.

Ma siamo anche consapevoli, dopo un quarto di secolo di rivoluzione tecnologica, che la nostra costante ed incessante risposta di adeguamento alle esigenze imposte dall’alto, come una goccia che cade su una pietra istante dopo istante fino a modificarne la struttura, solcandola o perforandola, ha minato in maniera sostanziale la struttura del maggior numero degli studi professionali; costretti quotidianamente non più all’analisi approfondita delle norme, ma a combattere con reti, portali, wireless e malfunzionamenti interni ed esterni di tutto il sistema.

Consapevoli anche, che ormai nulla ci viene riconosciuto, anzi ci vengono sottratte con assurda violenza e totale gratuità prerogative che della nostra Professione sono proprie, date le peculiarità della nostra formazione dopo l'Università: da praticanti a titolari; non ultima l'apertura della nomina a curatore, commissario giudiziale e liquidatore , anche ai Consulenti del Lavoro. Tutto con il silenzio di tutti ... !

Ed allora SI che restiamo sconcertati per le recenti uscite su testate giornalistiche del Ministro Tria quando dichiara “Nessun problema, nessuna anomalia, nessun costo per le imprese”. Siamo a dir poco mortificati e indignati, perché passare per bugiardi o inadeguati comporta una inevitabile guerra verbale che non è solo di concetti o ideali, ma di sostanza e concretezza per il futuro del lavoro professionale.

Avremmo invece gradito che il Ministro difendesse le posizioni dei commercialisti e delle imprese, perché ha una precisa veste istituzionale a garanzia di tutti i cittadini, invece che nascondersi dietro il dito delle inevitabili inadeguatezze dell’Agenzia delle Entrate e della Sogei.

Noi commercialisti ancora una volta non abbiamo scelto il SI invece del NO ai cambiamenti, ma semplicemente, e non umilmente, ci siamo dovuti adeguare per rispettare le leggi, che invece riteniamo inadeguate ed inique e per le quali porremo interrogativi di natura sociale e costituzionale.

Il disagio è contingente, indissolubilmente legato ad un aspetto: la tecnologia nulla ha a che fare con la consulenza; perché questo noi siamo, Consulenti delle imprese e non Ingegneri informatici per i quali abbiamo il massimo rispetto.

E' necessario senza alcun ulteriore differimento, un intervento in favore della nostra categoria, pertanto a favore di tutti gli studi professionali per colmare le nostre giuste incapacità tecnico-informatiche, nonché per adeguare le nostre strutture con ogni genere di investimento necessario: dalla formazione del personale, dei collaboratori e dei clienti agli investimenti e aggiornamenti costanti di hardware e software.
Per tali motivi, l’UNAGRACO ritiene da subito urgente che:
  • il Consiglio Nazionale insieme ai Sindacati Nazionali di categoria sia più presente in ogni luogo politico in cui il nostro sapere sia fonte di cultura, progresso e futuro;
  • il Ministero riconosca un credito imposta come da richiesta già inviata, in favore dei commercialisti, che sia non inferiore a tutti gli investimenti necessari per fornire i servizi dal Ministero stesso richiesti/imposti:

    1. adeguamento, acquisto ed aggiornamenti software di elaborazione, controllo e gestione di ogni genere di invio telematico e della piattaforma FE;
    2. adeguamento, acquisto di nuove tecnologie informatiche (PC, modem, monitor, reti, stampanti, contratti di connessione/trasmissione dati, ecc.);
    3. adeguamenti ed aggiornamenti formativi specifici dei titolari di studio, dei collaboratori/dipendenti e dei clienti.

Queste saranno le ulteriori istanze della nostra Unione, alle quali ci dedicheremo a favore della categoria, a favore della società in cui viviamo.

Noi ci siamo stati e ci siamo, SEMPRE. Abbiamo atteso, ma adesso è giunto il momento che ognuno si prenda le proprie responsabilità affinché il Ministero inizi a rispondere “SI”, alle istanze che verranno presentate, con chiari e concreti strumenti in favore di una grande categoria che, ricordiamolo, assolve con grande professionalità il proprio lavoro ed assolve anche ad una vera e propria funzione sociale.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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