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L’assemblea dei delegati dell’Associazione Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, ha dato l’approvazione all’assestamento del preventivo 2025 e al bilancio previsionale per il 2026.
Il 2025 risente della buona stabilità dei rendimenti del patrimonio mobiliare e dell’incremento della contribuzione da parte degli iscritti; la ripresa delle quotazioni di mercato dopo le incertezze generate dal “Liberation day” legato ai dazi imposti dagli Stati Uniti ha favorito una maggiore propensione verso gli investimenti azionari, che hanno consentito un aumento della previsione dei proventi da investimenti stimati a fine anno in 113,9 milioni, mentre gli oneri connessi agli investimenti si collocheranno a 36,4 milioni di euro.
Gli scenari geopolitici, in un anno segnato dall’attuazione delle politiche commerciali della nuova amministrazione statunitense e dal rallentamento della crescita economica, hanno influito sull’andamento dei risultati finanziari. La diminuzione dell’inflazione, ormai vicina all’obiettivo del 2% in Europa e poco superiore negli Stati Uniti, permette un miglioramento dei tassi reali positivi, sebbene gli effetti sulla domanda interna – almeno per l’Italia – non favoriscano la crescita economica, prevista in arretramento dello 0,4% nel 2025.
I mercati hanno mostrato una breve fase di consolidamento dei risultati nel mese di aprile, anche a seguito dell’implementazione delle politiche commerciali statunitensi con l’aumento delle tariffe doganali.
Il budget assestato, presentato all’assemblea per l’approvazione, evidenzia un risultato al lordo delle rettifiche – contabilizzate con criteri di prudenza – positivo per 109,10 milioni di euro e un risultato netto di 25,57 milioni.
Le rettifiche, che incidono sul risultato netto, sono legate all’aumento di 5 milioni della svalutazione delle attività finanziarie che raggiungono così 44 milioni, e all’incremento della svalutazione dei crediti verso iscritti per 3,4 milioni, portando la svalutazione totale dei crediti iscritti nell’attivo circolante a 39,52 milioni di euro.
Il budget assestato non considera le eventuali variazioni positive derivanti dal riaccertamento delle maggiori sanzioni e interessi pregressi, già oggetto di svalutazioni negli anni precedenti.
Il bilancio di previsione assestato segnala una lieve riduzione delle entrate contributive pari a 2 milioni di euro, con una previsione complessiva di 333,55 milioni, a fronte di una morosità che a ottobre risultava di poco inferiore al 15% dell’accertato contributivo.
La spesa per le prestazioni previdenziali e assistenziali si attesta a 305,4 milioni, con una crescita di 3,6 milioni, mentre le prestazioni assistenziali vengono confermate in linea con le previsioni, con una stima di chiusura pari a 8,66 milioni di euro.
Il Preventivo per il 2026 prevede un risultato al lordo delle rettifiche di 97,67 milioni (35,9 milioni il risultato netto).
Le stime, improntate a marcata prudenza, prevedono un lieve aumento della contribuzione degli iscritti legato all’adeguamento della contribuzione minimale per effetto dell’inflazione pari al 1,238%. La contribuzione totale è stimata in 340,94 milioni, riferita a una platea complessiva di circa 27.000 tra iscritti attivi e pensionati che proseguono l’attività.
La spesa per le prestazioni istituzionali, anch’essa in aumento a seguito della perequazione dal 1° gennaio 2025 (1,238%), è stimata in 305,02 milioni, per un totale di 13.120 pensionati (573 in più), con un maggior costo di 9,67 milioni rispetto al budget assestato.
I proventi lordi da investimenti sono stimati in 103,03 milioni, di cui 23,98 derivanti da investimenti immobilizzati e 79,05 milioni da investimenti nell’attivo circolante, con un calo di 11,3 milioni rispetto al budget assestato. Gli oneri degli investimenti iscritti nel circolante sono previsti a 20,4 milioni, in diminuzione di 16 milioni rispetto al budget. Il risultato netto della gestione finanziaria degli investimenti è stimato in 82,62 milioni, superiore ai 77,61 milioni indicati nel budget assestato.
Il patrimonio mobiliare investito, compresi i fondi immobiliari, registra al 31 ottobre 2025 un rendimento positivo del 5,01% da inizio anno; le gestioni a mandato, con un patrimonio valutato a mercato di 1.255,3 milioni, evidenziano un rendimento del +7,03%.
Per il 2025, l’ente prevede proventi finanziari in crescita rispetto al budget assestato, ma in lieve flessione rispetto al consuntivo 2024, con rendimenti solo leggermente inferiori sia sulla componente obbligazionaria sia su quella azionaria.
Prosegue, sia nell’assestamento 2025 sia nelle previsioni 2026, la politica di prudente valutazione dei crediti verso iscritti, che porta a svalutare i crediti contributivi per 39,52 milioni nel 2025 e 27,75 milioni nel 2026. L’ente continua le attività di regolarizzazione delle posizioni contributive, intensificando le azioni esecutive nel 2026 sulle posizioni irregolari relative alle annualità fino al 31/12/2021, che hanno generato oltre 8.000 decreti ingiuntivi.
Nonostante il rafforzamento delle procedure di recupero, con una morosità corrente appena sotto il 15% dei contributi accertati nell’anno, resta necessario intensificare l’attività di riduzione della morosità più recente, avviata solo in parte nel 2022. La situazione richiede la prosecuzione di una politica di accantonamento prudenziale del rischio sui crediti.
La svalutazione dei crediti per contributi e sanzioni, che a fine 2026 raggiungerà 333,5 milioni, non implica rinuncia al recupero – che prosegue verso tutti i debitori – ma rappresenta una posta contabile volta a tutelare l’ente dal rischio di inesigibilità e a sterilizzare gli effetti dei crediti potenzialmente non recuperabili sul bilancio tecnico.
Nel corso dell’adunanza il comitato ha approvato l’aggiornamento dell’analisi ALM valida per il triennio 2026-2028. La strategia prevede un’accelerazione della riduzione della componente immobiliare, stimata al 19,8% a fine 2028 (27,8% al 30/06/2025).
L’obiettivo di rendimento reale è fissato all’1,6% netto, mentre quello nominale si attesta al 3,7%, con un’inflazione prevista al 2,1% nella parte finale del triennio. Il funding ratio risulta in miglioramento: 115,5% al 30/06/2025 (contro il 93,3% dell’ALM 2024), con un valore atteso analogo per fine 2025. La crescita rispetto all’analisi precedente è pari al 22,2%.
L’allocazione del patrimonio mobiliare nel prossimo anno prevede un aumento del peso degli investimenti azionari al 34,0% (31,6% al 30 giugno 2025); un incremento degli investimenti alternativi al 15% (2% liquidi e 13% illiquidi, contro il 2,1% e 7,0% al 30 giugno); una quota obbligazionaria al 46,0% (50,8% al 30 giugno) e una lieve riduzione delle partecipazioni al 2,5% (3,2% al 30 giugno).
L’ente ha inoltre approvato il nuovo bilancio tecnico attuariale basato sui dati al 31/12/2024, che conferma la sostenibilità del fondo previdenziale a 50 anni e il rispetto dei requisiti della legge 335/1995 in materia di equilibrio finanziario a 30 anni.
Catania, 26 novembre 2025