29 gennaio 2018

Reti commerciali smart e FinTech: quale strada seguire?

Autore: ANTONIO GIAMPAOLO

Come sappiamo, il sistema economico italiano è basato fondamentalmente sulle PMI. Infatti, a differenza della Germania, nel nostro paese, la presenza di grandi industrie è fortemente limitata.

Ad oggi, nonostante la digitalizzazione stia scalando in modo vertiginoso tutti i settori, le PMI sono ancora timide di fronte a questa nuovo mondo, soprattutto per quanto riguarda il tema FinTech.

E’ un dato del tutto palese che, le PMI, siano culturalmente più indietro, per quanto riguarda il tema tecnologico, rispetto ad un grande industria. Le PMI, purtroppo, basano il proprio business su modelli che, oggi, potremmo definire obsoleti. Sarebbe opportuno, quindi, andare oltre quella cultura tradizionalista che, in epoche passate, ha fatto la fortuna di esse.

“L’Italia utilizza poco più del 10% del potenziale digitale a disposizione e questo si riflette sulla competitività delle reti commerciali italiane che potrebbero avere maggiori strumenti per vendere il prodotto Made in Italy nel mondo. Ad esempio, solo un terzo delle nostre PMI emette fattura elettronica e una percentuale ancora ad un digit utilizza canali di vendita online. Il nostro Paese può agganciare una solida e durevole ripresa riscoprendo che la formula magica è l’economia della condivisione, capace di creare competenze digitali cucite addosso alle reti vendita, per un futuro on air piuttosto che in streaming“ sostiene Enrico Molinari, portavoce del presidente di Confassociazioni.

Bisogna, dunque, abbandonare il passato per aprirsi al futuro per poter migliorare il proprio business e riuscire a competere con la concorrenza.

Questo percorso, però, non deve essere seguito solo dalle PMI in senso stretto, ma anche il legislatore deve fare la sua parte. In buona sostanza, da un lato la PMI deve cercare di aprirsi a nuovi mercati e digitalizzarsi, dall’altro il legislatore deve, quantomeno, diminuire la mole burocratica che le affligge sotto tutti i punti di vista. Le PMI, quindi, dovrebbero occuparsi di produrre beni e cercare di piazzarli nel mercato nella maniera migliore.

La digitalizzazione, ad oggi, è strettamente necessaria, se non “obbligatoria”, per la crescita della PMI. Attraverso la digitalizzazione risulta più facile accedere agli innumerevoli servizi che una PMI può offrire. Ma non è tutto, perché la digitalizzazione permetterà ad esse di custodire in maniera più sicura tutti i dati relativi al sistema informativo aziendale. Inoltre, faciliterà l’integrazione di tutti i processi e le funzioni facenti parte dell’azienda.

Per la crescita del PMI è necessario anche creare una nuovo tipo di rete commerciale. Verrà, senza dubbio, abbandonato (almeno in determinati settori) la figura dell’agente commerciale in senso stretto. Questo non significa che si perderanno posti di lavoro ma consentirà di creare nuove figure commerciali che, stando comodamente davanti ad un pc, riescono ad entrare nella mente del potenziale cliente tramite gli innumerevoli strumenti messi a disposizione dall’odierna tecnologia. La rete commerciale 4.0 parteciperà in maniera attiva alle decisioni strategiche dell’impresa, collaborando col team relegato alla vendita.

Dai vincoli burocratici devono essere liberati anche i suddetti operatori, ovvero coloro che sono gli artefici della rete commerciale, incentivandoli a fare ciò che realmente gli riesce meglio: aumentare le vendite.

Il futuro della rete commerciale 4.0, non sarà altro che una continua interconnessione tra questi soggetti, attraverso la distribuzione di tablet e carte prepagate smart, collegate fra loro in unico gestionale, da consentire, così, di aumentare la fiducia tra loro e virare tutti verso una sola direzione, ovvero vendere. Tramite questa interconnessione, aumenterà la trasparenza e di conseguenza anche i costi di gestione di questo comparto.

Altro settore importante dove le PMI dovranno fare addentrarsi, è il settore FinTech (tecnologia finanziaria, cioè fornitura di servizi e prodotti finanziari attraverso le più avanzate tecnologie dell'informazione).

Con l’attuale la Legge di Bilancio, questo settore ha subito delle modifiche importanti, con lo scopo di aumentare l’accesso per la richiesta di finanziamenti mediante questo settore. Infatti, i prestiti erogati tramite piattaforme FinTech, oggi sono tassati al 26%, indipendentemente che siano erogati alle imprese o ai privati.

In un momento in cui l’accesso al mercato creditizio bancario è timido, questa sarebbe un’ottima alternativa ad esso. Anche in questo caso, è necessario cambiare la cultura imprenditoriale tenuta fino ad oggi, incentivando le PMI a richiedere prestiti non solo alle banche, ma anche attraverso queste piattaforme.

Dunque, la scelta più ragionevole ed opportuna delle PMI, sarebbe quella di percorrere entrambe le strade.

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