5 gennaio 2018

Sito dell’Entrate un altro fiasco, dimenticano le festività

Autore: sandra pennacini

Il caso segnalato da un lettore alla nostra redazione è veramente incredibile e dimostra, una volta di più se necessario, lo stato di incertezza nel quale ci troviamo quotidianamente ad operare, tra scadenze impossibili ed un supporto, da parte dell'Agenzia delle Entrate, quanto meno approssimativo sia a livello strutturale che di assistenza.

Un professionista si è venuto a trovare in una situazione - che definire surreale è ottimistico - quando il due gennaio ha tentato di effettuare per conto di un suo cliente, tramite l'apposito servizio on-line presente sul sito www.agenziaentrate.gov.it, l'opzione per la trasmissione telematica dei dati di tutte le fatture emesse e ricevute.

Si tratta, lo ricordiamo, dell'opzione (ovvero della scelta volontaria) di trasmettere telematicamente al SDI (Sistema di Interscambio) i dati di tutte le fatture emesse e ricevute, e relative variazioni. Tale opzione, vincolante peraltro per un quinquennio, consente tra le altre cose di vedere venire meno gli obblighi relativi al cd. nuovo spesometro, posto che tutta la movimentazione viene già trasmessa su base volontaria al sistema di interscambio.

Secondo la normativa vigente, l'opzione è esercitata entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quella di inizio di trasmissione dei dati, ed ha effetto, come si è detto, dall'anno solare in cui ha inizio la trasmissione dei dati stessi e per i quattro anni successivi (per quanto, con riferimento alla questione degli anni successivi al 2018 la locuzione abbia ormai perso di significato, posto che dal 1 gennaio 2019 scatterà la fattura elettronica per tutti nei rapporti tra soggetti residenti o identificati, e la nuova comunicazioni delle operazioni intercorse con soggetti non residenti).

Comunque, per quello che interessa in questa sede, il nodo sta tutto nella scadenza. Il 31 dicembre 2017, infatti, è caduto di domenica, giorno festivo. Così come era festivo il 1 gennaio 2018, capodanno. Nessun dubbio, pertanto, sul fatto che la scadenza fosse automaticamente prorogata al 2 gennaio 2018, prima giornata lavorativa successiva alla scadenza, tanto che lo stesso scadenzario dell'Agenzia delle Entrate riporta l'adempimento in data 2 gennaio 2018 (link).

Nella mattinata del 2 gennaio, riferisce il professionista, il sito dell'Agenzia delle Entrate non funzionava, segnalando un errore generico nel momento in cui si tentava di effettuare l'opzione. Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Contattata l'assistenza, il professionista veniva invitato a riprovare in seguito, cosa che ha effettivamente fatto.

Peccato che il sito permettesse esclusivamente di effettuare l'opzione a valere dal 1 gennaio 2019, invece che dal 1 gennaio 2018.

Ad un nuovo contatto con il call center il professionista si è sentito rispondere che il comportamento del sito era corretto, posto che l'opzione doveva essere esercitata entro il 31 dicembre come da disposizioni normative. Insomma, il sito dell'Agenzia delle Entrate, ed anche l'assistenza, hanno d'ufficio cancellato le domeniche e le festività. Ma, soprattutto, hanno dimenticato quello che in altra area del sito stesso, lo scadenzario, viene correttamente riportato ai sensi delle norme vigenti.

Il nostro impavido professionista, tuttavia, non si è arreso, ed ha comunque effettuato l'opzione, ottenendo quale riscontro una ricevuta che è una sinfonia di incongruenze (in calce, ovviamente depurata dei dati sensibili).

La data nella quale è stata espressa l'opzione è chiaramente indicata, 2 gennaio 2018, e pertanto perfettamente nei termini. Il numero di protocollo è il 2018/3, che poco dice, se non che sono almeno tre le istanze sino a quel momento inviate, e fatichiamo a credere che siano state inviate per richiedere l'opzione a valere dal 2019, in luogo del 2018.

Tuttavia la durata dell'opzione riportata in ricevuta parla chiaro: 1 gennaio 2019 (!) e sino al 31 dicembre 2023. Secondo la struttura informatica dell'Agenzia delle Entrate (ed anche secondo l'assistenza) ciò che viene comunicato al 2 gennaio 2018 non può che riferirsi all'anno 2018 stesso, e pertanto con riferimento a questa specifica opzione, avere valore dall'anno successivo (anno nel quale, peraltro, tale opzione perde pressoché totalmente di significato).

Si tratta evidentemente di un errore clamoroso, le cui conseguenze tuttavia sono gravi ed ancora incerte. Il Professionista, infatti, è costantemente in contatto con il call center, che al momento della stesura del presente articolo non ha ancora fornito una soluzione. Del ché il contribuente si ritrova ad aver esercitato un'opzione per il 2019, mentre per il 2018 non rientrerebbe nel regime opzionale che intendeva abbracciare. Il tutto, con una pratica esperita nel pieno rispetto delle normative.

Come si suol dire, se il buon giorno si vede dal mattino, il 2018 sarà un anno telematicamente pieno di preoccupazioni.

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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