18 marzo 2023

Riforma fiscale, una lotta di “classe” per la categoria

Autore: Paolo Iaccarino
Pronti, via. È partita la corsa più pazza del mondo, quella della riforma fiscale. L’entusiasmo del primo giorno non deve tradire, le aspettative sono alte come le difficoltà che la riforma incontrerà lungo il suo cammino. Escludendo le norme finalizzate alla semplificazione, a costo zero per lo Stato, il successo della riforma dipenderà molto dalle risorse a disposizione.

Ebbene sì, siamo solo al primo passo. Il testo della legge delega per la riforma dell’ordinamento tributario dovrà essere approvato dal parlamento, aspetto non sempre scontato su questa materia così delicata. Da lì partirà il termine di ventiquattro mesi entro il quale dovranno essere approvati i decreti legislativi recanti la revisione del sistema tributario. In questo momento, nel nostro ruolo di tecnici del settore, più che entrare nel merito delle singole modifiche che verranno apportare con la riforma fiscale, delle quali non conosciamo il testo, è decisivo essere presenti e supervisionare ogni fase della sua attuazione.

Si tratta di una doppia riforma. Da un lato il percorso finalizzato alla riduzione della pressione fiscale, all’estensione della flat tax e, più in generale, alla razionalizzazione del sistema di imposizione diretta, dall’altro il tentativo, molto concreto, di semplificazione degli adempimenti e delle procedure, la cui quasi totalità è nelle mani dei commercialisti e di tutti gli altri intermediari abilitati. Pensandoci bene, soprattutto per questo secondo aspetto, è come vivere un sogno a occhi aperti, da difendere e favorire a tutti i costi.

Per questo motivo, insieme alla riforma, parte un progetto, del tutto nuovo, per tutti gli operatori del settore contabile e tributario. Sotto le vesti dei principali rappresentanti istituzionali e sindacali delle categorie coinvolte, a partire dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili che ha dato dimostrazione di sapersi muovere efficacemente nelle stanze che contano, deve nascere una lotta nuova, di “classe”, a difesa e per la promozione della categoria.

Dopo anni bui questo potrebbe essere il momento del nostro riscatto. Semmai al termine di questo lungo percorso riusciremo a conquistare le semplificazioni annunciate, la delega unica, l’eliminazione delle imposte e degli adempimenti inutili, la moratoria estiva e natalizia e nuove regole per la partecipazione al procedimento di accertamento, insieme all’ordinamento tributario anche il nostro lavoro potrebbe cambiare, finalmente in meglio.
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