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Oggi lunedì 16 giugno 2025 scatta il primo Tax Day dell’anno e con esso una delle scadenze fiscali più pesanti per contribuenti e imprese italiane. Secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, nelle casse dello Stato entreranno 42,3 miliardi di euro, ma il dato – avvertono gli analisti – è parziale: non considera i contributi previdenziali versati da imprese e lavoratori autonomi. 
Vediamo cosa si deve pagare entro oggi, chi lo deve fare e di quanti soldi stiamo parlando.
Ecco le scadenze da ricordarsi, cosa si deve pagare.
Lunedì 16 giugno: 
A sobbarcarsi l’onere maggiore saranno ancora una volta le imprese. Da sole dovranno versare almeno 34 miliardi di euro, pari a circa l’80% del gettito totale previsto per la scadenza. Solo per ritenute Irpef dei propri dipendenti e Iva l'importo stimato dalla Cgia è di 27,5 miliardi di euro. 
In particolare: 
Rimane poi l'annoso problema della liquidità, sottolinea ancora la Cgia di Mestre. Con tempi di pagamento tra le imprese private in costante aumento, tantissime attività sono a corto di liquidità, anche perché le banche, in particolare alle piccole imprese, continuano a erogare il credito con il contagocce.
"Questa situazione, se ancora ce ne fosse bisogno, dimostra con chiarezza la responsabilità cruciale che grava sulle imprese nel garantire il corretto flusso fiscale verso lo Stato".
Tra le scadenze del 16 giugno spicca anche quella dell’Imu 2025. Secondo uno studio della Uil, chi possiede una seconda casa dovrà versare un acconto medio di 488 euro, mentre il saldo arriverà a dicembre. Nelle grandi città, l’Imu media raggiunge punte di: 
Con una pressione fiscale al 42,6% del PIL nel 2024, l’Italia si posiziona al sesto posto in Europa. Peggio di noi fanno solo Danimarca, Francia, Belgio, Austria e Lussemburgo. Rispetto ai principali partner commerciali: 
In Italia abbiamo anche un record dell’"oppressione” fiscale, denuncia la Cgia. Oltre ad avere un carico fiscale tra i più elevati d’Europa, l’Italia è il Paese, assieme al Portogallo, dove pagare le tasse è più difficile, in particolar modo per le imprese.
 Secondo le ultime statistiche elaborate dalla Banca Mondiale, la media dell’area dell’euro è di 18 giorni (147 ore). I nostri imprenditori “perdono” 30 giorni all’anno (pari a 238 ore) per raccogliere tutte le informazioni necessarie per calcolare le imposte dovute; per completare tutte le dichiarazioni dei redditi e per presentarle all’Amministrazione finanziaria; per effettuare il pagamento on line o presso le autorità preposte. Ecco la situazione (i dati si riferiscono a una media impresa, cioè a società a 
responsabilità limitata, al secondo anno di vita e con circa 60 addetti): 
E la corsa al Fisco non finisce qui. Il 30 giugno è previsto un secondo Tax Day dedicato principalmente ai versamenti derivanti dalle dichiarazioni dei redditi. Secondo le stime Cgia, in quell’occasione l’erario incasserà: